Venerdì 14 novembre la chiamata del movimento ambientalista Fridays for Future e di numerose organizzazioni universitarie ha riportato in piazza il tema della crisi climatica assieme alla protesta contro l’economia di guerra. Decine di migliaia di persone, tra studenti associazioni ambientaliste, comitati e sindacati di base, si sono ritrovate in corteo in diverse città italiane, anche in aperta opposizione al governo Meloni e alle sue scelte economiche.
A Torino la giornata di mobilitazione ha coinvolto più di duemila persone che si sono mosse in un lungo corteo, che da Porta Susa ha toccato alcuni luoghi della città che incarnano i motivi della protesta, tra cui le Officine Grandi Riparazioni per il legame con Leonardo e gli investimenti bellici e la sede di Intesa San Paolo per i finanziamenti alle aziende del fossile.
Tra le richieste della piazza ci sono appunto lo stop ai sussidi che ogni anno ricevono i combustibili fossili, maggiori investimenti nelle energie rinnovabili e il blocco delle spese militari, che sottraggono fondi alle politiche sociali e ambientali. Abbiamo intercettato i giovani Carlo di FFF e Silvia di Ecoresistenze, che ci hanno parlato anche delle principali criticità di Torino.











