“Stop al Nuovo Codice della Strage”, la mobilitazione del 10 marzo promossa anche a Roma

Domenica 10 Marzo 2024 alle ore 11:00 a Piazza Santi Apostoli, anche Roma avrà il suo presidio per dire "Stop al Nuovo Codice della Strage". Così è stato definito dalle associazioni e dai comitati nazionali che si vedono impegnate in 30 città italiane dal 9 al 12 marzo contro la revisione del codice della strada proposta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. A Roma, spiega il comunicato congiunto delle associazioni proponenti: "Tute bianche macchiate di rosso e maschere senza volto rappresenteranno la violenza sulle vittime che ci sono state, e quelle che continueranno ad esserci se il #codicedellastrage verrà approvato"

Anche Roma – insieme alle altre 30 Città in Italia – si mobilità per contestare la revisione del Codice della Strada che è stata proposta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che è attualmente in fase di discussione in Parlamento e che le associazioni hanno definito “Il Codice della Strage”. Nella Capitale l’appuntamento è fissato per domenica 10 marzo 2024 alle ore 11:00 a Piazza Santi Apostoli.

Nonostante i proclami, questa riforma appesantirà il bilancio della strage stradale e per questo associazioni e cittadini romani hanno indetto un presidio. Tute bianche macchiate di rosso e maschere senza volto rappresenteranno la violenza sulle vittime che ci sono state, e quelle che continueranno ad esserci se il #codicedellastrage verrà approvato“, si legge sul comunicato congiunto delle 26 – tra associazioni e comitati – realtà della cittadinanza attiva che aderiscono al presidio “Stop al nuovo codice della strage”.

Le Associazioni proponenti – continua il comunicato – invitano cittadini e istituzioni ad aderire partecipando alla mobilitazione in opposizione al nuovo Codice della strada che:

  • Non contiene norme idonee a diminuire il numero delle vittime e dei feriti, allontanandoci ancora di più dall’obiettivo VisionZero; 
  • E’ contro la mobilità sostenibile, in particolare ciclabile poiché indebolisce regole e infrastrutture che tutelano la sicurezza degli utenti più vulnerabili;
  • Non incide sulle principali cause di violenza sulle strade, prima fra tutte la velocità eccessiva;
  • Limita pesantemente l’autonomia dei Comuni su controlli, gestione della mobilità, ZTL, aree pedonali, sosta regolamentata, accentrandola al Ministero anche tramite nuovi decreti e norme delegate.

Questo ci allontana pesantemente dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030″.

L’Italia – ricordano le associazioni – è un’anomalia in Europa con 53 morti in strada per milione di abitanti (dato in crescita), contro i 26 della Gran Bretagna ed i 36 della Spagna (Fonte: Commissione Europea 2022)Non dimentichiamo le 3.159 persone morte nel 2022, con un aumento del 9% sul 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019, e le 223.475 persone ferite.  Le città sono il luogo più critico, il 73% delle collisioni avvengono in ambito urbano, e Roma, con 193 morti e decine di migliaia di feriti nel 2023 è lo specchio del livello di violenza sulle strade“.

Questa proposta di legge non contiene misure di prevenzione già dimostratesi efficaci in altri Paesi, anzi va in direzione ostinatamente opposta, e rende chi l’approva corresponsabile delle inevitabili prossime vittime. Infatti, la riforma è pesantemente insufficiente nel prevenire le principali cause di morte (secondo l’Istat): l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti. Essa da una parte promuove “misure-vetrina”, come l’inasprimento di alcune pene per la guida in stato di ebbrezza, e dall’altra strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole. Limita fortemente i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile e la convivenza tra gli utenti della strada. Misure inefficaci e dannose che non migliorano ma addirittura aggravano l’insicurezza delle persone mettendo a rischio la salute pubblica. La riforma, che a dire del Ministro, è fatta “per salvare vite in strada”, di fatto prefigura il persistere della strage”, puntualizza il comunicato.

“La richiesta delle Associazioni e dei Cittadini – si legge – è una: città vivibili e strade sicure, perché la sicurezza stradale ha un’altra direzione. Questa proposta di legge non deve essere approvata. Chiediamo un approccio scientifico e sistemico: che agisca sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico, che sia a favore della mobilità attiva e del trasporto pubblico, che agevoli i percorsi verso le cosiddette città 30, prendendo esempio da Bologna. “Stop al Nuovo Codice della Strage è una mobilitazione che parte dalla piattaforma #Città30Subito a cui si uniscono numerose associazioni e attiviste/i di tutta Italia”, ha concluso il comunicato.

  • FIAB Frosinone
  • Associazione Salvaiciclisti Roma
  • Marco Pietrobono ONLUS
  • Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada APS Roma
  • Movimento Diritti dei Pedoni
  • Metrovia
  • Aps Bike4City
  • Mobilità Sostenibile VIII
  • Roma30
  • Rete Vivinstrada
  • FIAB Roma Ruotalibera
  • Fiab BiciPa
  • Muoviti Elettrico
  • Comitato di Quartiere Pietralata
  • Coordinamento Fiab Lazio
  • Gruppo di Lavoro Mobilità Sostenibile IV Municipio
  • FIAB Roma BiciLiberaTutti
  • FIAB Roma Naturamici
  • FIAB Ostia in Bici
  • Associazione di Quartiere Collina della Pace odv
  • ACRSD Davide Marasco
  • Odissea Quotidiana
  • Movimento Difesa del Cittadino
  • Bike To School
  • Legambiente Lazio
  • Public Space is (not only) yours