A Torino, durante il Salone dell’Auto 2025, la prevista sfilata delle Super Car non si è svolta a causa delle proteste organizzate da Extinction Rebellion, Fridays for Future e altre realtà ambientaliste. In piazza Castello si è tenuto un presidio con striscioni e slogan che hanno criticato sia l’impatto ambientale delle auto di lusso sia la partecipazione al Salone di marchi internazionali segnalati in un rapporto ONU per presunti legami con il conflitto in Medio Oriente.
La contestazione e gli slogan
I manifestanti hanno esposto cartelli come “Le città non sono parco giochi per ricchi” e “Lusso per pochi, smog per tutti”, oltre a richiami alla crisi in Palestina. Lo slogan principale, “Dai SUV ai carri armati: blocchiamo tutto”, è stato al centro della protesta che si è conclusa in piazza dopo essere stata fermata dalle forze dell’ordine con l’uso di lacrimogeni e idranti.
Le critiche degli attivisti
Secondo Extinction Rebellion, il Salone dell’Auto rappresenta un modello economico e produttivo che privilegia i veicoli di lusso, accessibili a una minoranza, a fronte di una città come Torino che affronta problemi di inquinamento atmosferico, crisi occupazionale e carenze nel trasporto pubblico locale. Gli attivisti hanno collegato la contestazione anche al tema della transizione ecologica, chiedendo al Governo di ridurre gli investimenti nel comparto bellico e destinare maggiori risorse a un cambiamento strutturale verso una mobilità sostenibile.
Le aziende contestate
Il presidio ha fatto riferimento al rapporto della relatrice speciale delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, che cita Hyundai Heavy Industries per la fornitura di macchinari impiegati nella demolizione di edifici nei territori palestinesi e Allianz per investimenti in aziende del settore difesa. Entrambi i marchi figurano tra i partecipanti al Salone.








