Sono in corso dal 5 agosto a Ginevra i negoziati Onu sul Trattato globale sulla plastica (INC-5.2), che hanno l’obiettivo di raggiungere un accordo internazionale per affrontare la grave questione dell’inquinamento da rifiuti plastici. L’idea del trattato deriva da una risoluzione adottata nel marzo 2022 dall’Unep, che ha incaricato il Comitato negoziale di redigere un testo in grado di affrontare l’intero ciclo di vita della plastica: dalla produzione, al consumo, fino allo smaltimento.
Nonostante la risoluzione fosse stata adottata all’unanimità, i lavori sono stati più volte ostacolati da divisioni profonde tra gli Stati. La quinta sessione dei negoziati nel 2024 a Busan si era infatti conclusa senza un accordo. Tuttavia era stato condiviso un testo che fa da base per gli attuali negoziati svizzeri, su cui ci sono timide speranze di riuscita.
Schematicamente si possono individuare due blocchi di Stati, con l’ambiguità degli Stati Uniti. Da una parte c’è un gruppo di circa 100 Paesi che chiede un trattato ambizioso, dall’altra un gruppo ristretto di Stati guidati da Arabia Saudita e Russia che si oppone a qualsiasi limite di produzione, insistendo sull’obbligo del consenso unanime per ogni decisione. In mezzo ci sono gli Usa, che hanno da poco dichiarato la propria contrarietà a un tetto globale alla produzione.
Produzione in aumento e possibili obiettivi
La crescita esponenziale della produzione e del consumo di plastica negli ultimi decenni sta avendo gravi effetti negativi sull’ambiente. Secondo i dati Unep del 2021, la produzione globale ha raggiunto lo sbalorditivo 400 milioni di tonnellate all’anno. Tuttavia, solo il 12% viene smaltito e solo il 9% riciclato, con milioni di tonnellate lasciate libere di inquinare suoli, fiumi e mari.
Sempre secondo l’Unep, è possibile ridurre l’inquinamento da plastica dell’80% entro il 2040 facendo leva su tecnologie già disponibili. Il risultato si otterrebbe principalmente riducendo del 55% la produzione di plastica vergine e promuovendo modelli di economia circolare, incentrati su riuso, riciclo e sostituzione dei materiali.
I vantaggi di un trattato sarebbero rilevanti anche dal punto di vista economico e occupazionale: con una riduzione all’80% si stima infatti un risparmio globale di 4,52 trilioni di dollari e la creazione di oltre 700.000 nuovi posti di lavoro.
I negoziati si protrarranno a Ginevra fino al 14 agosto.