Plastic Free Onlus rappresenta l’Italia ai tavoli negoziali per la redazione del trattato globale sulla plastica, in corso a Ginevra sotto l’egida dell’UNEP – Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. L’associazione, riconosciuta osservatore ufficiale, ha presentato una serie di proposte vincolanti per contrastare il fenomeno della dispersione plastica a livello mondiale.
La richiesta principale riguarda l’introduzione di un limite globale e obbligatorio alla produzione di plastica vergine, misura ritenuta necessaria per intervenire a monte del ciclo industriale. Secondo l’organizzazione, affrontare l’inquinamento solo nella fase di gestione dei rifiuti equivale a ignorare le cause strutturali del problema.
Stop al monouso e standard comuni tra Stati: le proposte italiane per un trattato efficace
Tra le richieste presentate, Plastic Free chiede anche l’eliminazione dei prodotti monouso più inquinanti, attraverso un divieto esplicito e non lasciato alla discrezionalità dei singoli governi. L’attuale frammentazione normativa tra Stati è considerata insufficiente a garantire risultati concreti su scala planetaria.
L’associazione sottolinea la necessità di adottare norme comuni, condivise e applicabili a livello globale, in grado di impedire la dispersione quotidiana di oggetti progettati per durare pochi minuti ma con effetti ambientali prolungati nei secoli.
Salute e giustizia ambientale: la plastica come questione globale
Secondo Plastic Free, l’inquinamento da plastica non può più essere considerato esclusivamente un tema ambientale. Le microplastiche sono ormai rintracciabili nei polmoni, nel sangue e nei tessuti umani, inclusi feti in fase prenatale, sollevando interrogativi sulla salute pubblica e sui rischi sanitari associati all’esposizione.
L’associazione propone anche una transizione giusta, che preveda strumenti di sostegno alle comunità più vulnerabili, spesso escluse dalle decisioni ma direttamente colpite dagli effetti dell’inquinamento e dalle disuguaglianze ambientali.
La delegazione italiana a Ginevra: numeri e attività della rete Plastic Free
Plastic Free partecipa ai negoziati con una delegazione composta dal fondatore e presidente Luca De Gaetano, dal direttore generale Lorenzo Zitignani e dalla Global Strategy Director Silvia Pettinicchio. La presenza è espressione di una rete che, attiva dal 2019, ha raccolto oltre 260mila volontari in 30 Paesi, promosso più di 8.700 appuntamenti di raccolta ambientale, rimosso oltre 4,6 milioni di kg di plastica e rifiuti e organizzato attività educative in scuole e comunità locali.
L’obiettivo della delegazione è portare la voce dei territori nei processi di scrittura del trattato, contribuendo a costruire un accordo che affronti le cause sistemiche dell’inquinamento da plastica e non solo i suoi effetti più evidenti.
“Il problema non è solo raccogliere: bisogna fermare la produzione”
«Non possiamo continuare a raccogliere ciò che viene prodotto senza sosta», ha dichiarato Luca De Gaetano, sottolineando la necessità che il trattato «non si limiti a gestire il problema, ma lo prevenga». Per il presidente dell’associazione, il documento in discussione deve essere uno strumento di cambiamento, non una mediazione al ribasso.
«Forse non riusciremo mai a ripulire il mondo, ma possiamo smettere di inquinarlo», ha concluso. «Serve un trattato che le future generazioni possano ringraziare, non riscrivere. Abbiamo la responsabilità di agire ora, come ultima generazione in grado di invertire la rotta».
Verso un trattato globale: il contributo italiano tra diplomazia e attivismo
La presenza di Plastic Free a Ginevra costituisce un contributo concreto dell’Italia nel contesto dei negoziati ONU per la stesura del primo accordo globale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica. Il percorso, ancora in fase negoziale, mira a definire regole comuni entro il 2025.
Con la sua attività, l’associazione italiana si propone di connettere la dimensione locale a quella internazionale, dimostrando come l’attivismo sul campo possa contribuire alla formulazione delle politiche ambientali globali.