Crisi ed energia, dal Cdm via libera al carbone in caso di “emergenza”

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità un decreto legge che introduce ulteriori misure urgenti in relazione agli sviluppi della crisi in Ucraina. Un'intera sezione è dedicata all'energia: visto il rischio imprevisto riguardo al normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale, rende immediatamente attuabile, se fosse necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti

La centrale Enel Federico II, Brindisi, 5 novembre 2014. ANSA/SAPONARO

Lunedì 28 febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità un decreto legge che introduce ulteriori misure urgenti in relazione agli sviluppi della crisi in Ucraina. Un’intera sezione è dedicata all’energia. Il decreto si occupa del livello di rischio imprevisto riguardo al normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale. Per questo si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza. Eventualità che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese.

La norma rende immediatamente attuabile, se fosse necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo delle energie rinnovabili. È inoltre eventualmente prevista la riduzione del consumo di gas nel settore termoelettrico che rappresenta una delle principali componenti della domanda media giornaliera di gas. Per rendere concretamente operative le misure, si affida una serie di compiti a Terna S.p.A., in qualità di gestore della rete di trasmissione nazionale. 

Nella pratica, se scattano i razionamenti del consumo di gas “nel settore termoelettrico” Terna dovrà predisporre “un programma di massimizzazione dell’impiego degli impianti di generazione di energia elettrica con potenza termica nominale superiore a 300 MW che utilizzino carbone o olio combustibile in condizioni di regolare esercizio, per il periodo stimato di durata dell’emergenza” o fino a quando indicato dal Ministero per la transizione ecologica (Mite). Terna invierà un rapporto settimanale a Mite e Authority. Agli impianti si applicheranno limiti europei di emissioni di Co2, meno restrittivi di quelli nazionali.