Accorciare i tempi per ottenere le autorizzazioni al nuovo inceneritore della Capitale. Una mossa che non è piaciuta a comitati e associazioni dei Comuni di Santa Palomba, dove sorgerà l’impianto da 600 mila tonnellate, che parlano di azione “subdola e abietta” perché costringe le municipalità ad una corsa contro il tempo per leggere le carte. Ma andiamo con ordine.
Il 7 agosto Gualtieri ha firmato un’ordinanza che riguarda le istanze Via e Paur, ovvero la Valutazione di Impatto Ambientale e il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, presentate il 4 agosto dalla società RenewRome s.r.l., concessionaria del progetto.
Il provvedimento introduce due deroghe chiave all’articolo 27-bis del Codice Ambientale (d.lgs. 152/2006): Riduzione dei tempi procedurali, ovvero le fasi dell’iter saranno più rapide rispetto a quelle previste dalla legge, secondo un cronoprogramma allegato all’ordinanza; conferenza di Servizi anche in modalità asincrona, cioè non sarà obbligatoria la riunione simultanea (sincrona) di tutti gli enti coinvolti.
L’ordinanza si inserisce nei poteri eccezionali attribuiti al Commissario Straordinario dal decreto-legge 50/2022, che consente deroghe alle normative per accelerare opere legate al Giubileo 2025, fatta salva la tutela penale, antimafia, paesaggistica e il rispetto delle norme UE.
Avvio ufficiale e comunicazione agli enti
Successivamente alla prima ordinanza, l’8 agosto Gualtieri ne pubblica un’altra in cui viene comunicata agli enti competenti l’avvio formale delle procedure Via e Paur, informando enti territoriali e amministrazioni dell’avvenuta pubblicazione online degli “atti in materia ambientale necessari alla definizione del provvedimento di Via” presentata da RenewRome.
Stabilisce, inoltre, un termine di 20 giorni per gli enti e le amministrazioni competenti del controllo per: richiedere eventuali integrazioni o il coinvolgimento di ulteriori enti; verificare la completezza della documentazione rispetto alle normative di settore.
Il Commento di Rete Tutela Roma Sud
La Rete Tutela Roma Sud esprime forte contrarietà, sostenendo che la procedura autorizzativa è stata attivata “nella maniera più subdola e abietta”, perché avviata nella settimana di Ferragosto e con un termine di soli 20 giorni per prendere visione della documentazione progettuale e formulare eventuali richieste di integrazione.
Secondo la Rete, tempi così ristretti rischiano di limitare concretamente il diritto alla partecipazione previsto dall’ordinamento e di ridurre la possibilità per enti e cittadini di svolgere appieno il proprio ruolo nel processo decisionale.
Rete Tutela Roma Sud rivolge quindi un appello al Presidente della Repubblica affinché “si valuti l’opportunità di consentire a tutti i soggetti coinvolti il tempo adeguato per esaminare la documentazione e intervenire nel rispetto delle prerogative democratiche”.
La Rete invita infine istituzioni, enti e realtà associative “a impegnarsi a difesa dei diritti di partecipazione e a contribuire attivamente al confronto pubblico” su un’opera ritenuta strategica per il futuro della gestione dei rifiuti nella Capitale.