In Italia lo spreco di cibo vale oltre 9 miliardi di euro: la nuova indagine Waste Watcher 2023

Il report dell'Osservatorio Waste Watcher relativo al mese di gennaio 2023 mostra che la media di rifiuti prodotta pro capite a settimana è di 524,1 grammi, pari a circa 75 grammi di cibo al giorno e 27,253 kg all'anno, ovvero il 12% in meno rispetto ai risultati della stessa indagine effettuata nel 2022 (595,3 grammi pro capite a settimana). Il tasso di spreco alimentare è più elevato nel sud del paese (+8% rispetto alla media nazionale) e nelle famiglie senza figli (+38% rispetto alla media italiana).

spreco di cibo Waste Watcher

Secondo la nuova indagine dell’Osservatorio Waste Watcher, gli italiani sono attenti ai propri acquisti, alla prevenzione dello spreco di cibo e alla qualità degli alimenti che portano in tavola, senza sacrificare la salute. Sono anche disposti a ridurre i consumi per risparmiare su bollette di energia e gas e sugli acquisti di abbigliamento. Questo è il risultato del rapporto “Il caso Italia” 2023 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, presentato il 2 febbraio a Roma, che mostra l’impatto della pandemia sugli stili di vita degli italiani. La pandemia ha causato una riduzione dei consumi extra-domestici e un aumento della tendenza a rimanere in casa, con 1 su 3 che ha drasticamente ridotto colazioni, pranzi e, per 4 su 10, anche le cene al ristorante.

La sostenibilità alimentare è diventata una priorità per il 36% degli intervistati, che hanno aumentato il consumo di legumi e prodotti vegetali a scapito della carne e delle proteine animali, e il 29% ha aumentato l’acquisto di prodotti a km 0. Nonostante l’aumento dei prezzi, la spesa alimentare è quella che è diminuita meno (18%), preceduta solo da spese mediche (11%) e di cura personale (17%). Il “risparmio” non è più la parola chiave nei comportamenti di acquisto degli italiani, solo il 7% lo mette al primo posto, mentre la “pragmaticità” prevale per 6 su 10 e la qualità per il restante 32%.

Sono intervenuti, con il fondatore della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare Andrea Segrè, il Vice Direttore generale FAO Maurizio Martina, le senatrici Maria Alessandra Gallone e Sandra Zampa, il Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Antonio Parenti, il Presidente Federalimentare Paolo Mascarino, il Presidente Confagricoltura e Coordinatore Nazionale Agrinsieme Massimiliano Giansanti, il Presidente Federalimentare Lino Enrico Stoppani, l’Inviato speciale per la Sicurezza Alimentare del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Stefano Gatti, il Direttore Rai Per la Sostenibilità Roberto Natale e Gian Luca Galletti, Presidente Nazionale Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti – UCID. Ambasciatore di #buonepratiche 2023 è un volto familiare al grande pubblico, il Prof. Del “Collegio” di Rai2 Andrea Maggi: il suo intervento ha concluso il panel di apertura.

Quanto sprecano gli italiani: i dati 2023 nelle case e nella filiera del cibo

I nuovi dati dell’Osservatorio Waste Watcher che si riferiscono al mese di gennaio 2023. Secondo l’indagine, gettiamo in media 524,1 grammi pro capite a settimana, ovvero circa 75 grammi di cibo al giorno e 27,253 kg annui: ca il 12% in meno rispetto alla medesima indagine del 2022 (595,3 grammi settimanali). Un dato che si accentua a sud (+ 8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+ 38% rispetto alla media italiana). “Alla luce dei dati Waste Watcher 2023 – spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di Spreco Zero vale complessivamente 6,48 miliardi € lo spreco del cibo solo nelle nostre case”

L’obiettivo ONU, dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, non è lontano: la sfida si può vincere. “Il recupero di cibo a fini solidali sta diventando una prassi consolidata – osserva ancora Andrea Segrè – ma la scommessa si gioca soprattutto nelle nostre case e in una svolta culturale profonda e personale. Per questo le food policies, che coordinano la filiera del cibo nelle nostre città, stanno diventando riferimento centrale di buon governo”. Ma c’è un dato ulteriore da aggiungere, ed è quello relativo allo spreco di filiera, fra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo: “nel 2022 – aggiunge Luca Falasconi, coordinatore del Rapporto “Il caso Italia” 2023 – sono andate sprecate nella filiera italiana oltre 4 milioni di tonnellate di cibo (per la precisione 4.240340 tonnellate), per un valore complessivo nella filiera italiana dello spreco di € 9.301.215.981. Lo spreco del cibo di filiera pesa al 26% in agricoltura, al 28% nell’industria e all’8% nella distribuzione. I dati di filiera sono una elaborazione dell’Osservatorio Waste Watcher International con Distal, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna.

L’indagine 2022 Waste Watcher “Il Caso Italia” 2023, dedicata come sempre allo spreco alimentare e alle abitudini di fruizione e gestione del cibo, spiega che nella hit degli alimenti sprecati con maggior frequenza svetta la frutta fresca (24 grammi settimanali). Quotidianamente quindi gettiamo circa 3,4 grammi di frutta al giorno e 2,3 di pane: in un anno poco più e poco meno di 1 kg pro capite. Nella hit anche insalata, verdure, aglio e cipolle. D’altra parte, rispetto a due anni fa e a parità di budget destinato alla spesa alimentare, quasi 1 italiano su 3 presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%), e 4 italiani su 10 quando fanno la spesa ragionano sulla base di promozioni e offerte, ma anche sulla base della sostenibilità di produzione e consumo del cibo (27%).  Ci si lascia fidelizzare più dal brand di prodotto delle location di acquisto (il 23% sceglie prodotti marchiati dalla distribuzione in cui fanno la spesa), che non dalle grandi marche, in calo del 10% nell’interesse dei consumatori. Stabile la soglia di acquisto online, piccolo aumento per il biologico (+ 14%), così come per gli acquisti nei negozi rionali (+14%). Su cosa si risparmia, dunque? Un italiano su 2 (47%) ha ridotto le spese per lo svago, e cerca di tagliare sui costi della bolletta di energia elettrica (46%) e gas (39%), ma anche sull’abbigliamento (42%). Il 18% dichiara di tagliare sulla spesa, l’extrema ratio riguarda i tagli alle cure personali (17%) e alla salute (11%). Ma 9 italiani su 10 mettono al top della loro attenzione, nell’acquisto del cibo, il fattore salute (89%) l’aspetto legato a una produzione km 0 (85%) e all’impatto ambientale della produzione (78%).