Stop ai diesel Euro 5, nuove restrizioni in quattro regioni del Nord Italia da ottobre 2025

Dal prossimo ottobre sarà vietata la circolazione dei veicoli diesel Euro 5 nei giorni feriali nei comuni sopra i 30mila abitanti di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. La misura, prevista da un decreto del 2023, mira ad allineare i piani regionali agli standard europei sulla qualità dell’aria. Il provvedimento è ora oggetto di dibattito parlamentare e potrebbe essere modificato su proposta della Lega, che ha chiesto un rinvio

Diesel Euro 5 Nord Italia ottobre 2025

A partire dal 1° ottobre 2025, entreranno in vigore nuove restrizioni alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5 in quattro regioni del Nord Italia. Le disposizioni coinvolgeranno i comuni con più di 30mila abitanti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, imponendo il divieto di transito nei giorni feriali dalle 8:30 alle 18:30.

Le limitazioni si applicheranno inizialmente fino al 15 aprile 2026 e saranno poi riproposte ciclicamente ogni anno, nel periodo compreso tra il 15 settembre e il 15 aprile. Le sanzioni previste per chi viola il divieto vanno da 168 a 679 euro, con la possibilità di sospensione della patente da 15 a 30 giorni in caso di recidiva.

Contesto normativo e origine del provvedimento

Il divieto è contenuto nel Decreto Legge 12 settembre 2023, n. 121, adottato dal governo a seguito di una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea, che ha condannato l’Italia per il superamento sistematico dei limiti di biossido d’azoto (NO₂) in diverse aree del Paese.

Il provvedimento prevede l’obbligo per le regioni interessate di aggiornare i propri Piani di qualità dell’aria e rientra in un piano di adeguamento alle normative europee sulla riduzione delle emissioni inquinanti.

Quali veicoli saranno interessati

Il blocco riguarderà i veicoli diesel omologati Euro 5, immatricolati tra il 2009 e il 2014, attualmente ancora circolanti in gran numero. Il divieto interesserà principalmente i centri urbani con popolazione superiore a 30mila abitanti, dove si concentra il traffico veicolare e, di conseguenza, una quota rilevante delle emissioni inquinanti.

L’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana

La Pianura Padana è tra le aree più critiche d’Europa per quanto riguarda la qualità dell’aria. La sua morfologia chiusa tra Alpi e Appennini ostacola la dispersione degli inquinanti, aggravando gli effetti delle emissioni da trasporti, riscaldamento domestico, industria e allevamenti intensivi.

Nel 2022 l’Italia è stata condannata dalla Corte Ue per il superamento continuativo dei limiti di NO₂, e nel 2023 il Parlamento europeo ha approvato una nuova direttiva sulla qualità dell’aria che concede al bacino padano dieci anni aggiuntivi per il raggiungimento degli standard ambientali previsti.

Prospettive politiche: le richieste di modifica

Le disposizioni introdotte dal decreto potrebbero essere oggetto di modifica parlamentare, in particolare nell’ambito della discussione sul decreto Infrastrutture attualmente in esame alla Camera dei deputati.

Il vicepremier Matteo Salvini, esponente della Lega, ha dichiarato l’intenzione di richiedere un rinvio dell’entrata in vigore del blocco, criticando la misura come parte di un approccio imposto dalla Commissione europea nell’ambito del Green Deal.

Prossimi passaggi

Il percorso normativo è ancora in corso e il provvedimento potrà essere modificato o confermato nelle prossime settimane. Le regioni interessate continueranno a lavorare sull’adeguamento dei piani ambientali, mentre le amministrazioni comunali dovranno predisporre le misure necessarie per controllare e applicare le nuove regole.

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