Ondate di calore, Greenpeace: “Aziende del fossile paghino per le emissioni”

In riferimento allo studio dell’istituto ETH Zürich pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, che dimostra come le emissioni di 180 grandi società dei combustibili fossili e del cemento abbiamo reso più intense e molto più probabili oltre 200 ondate di calore registrate dal 2000 al 2023 in tutto il mondo, Greenpeace Italia richiama le responsabilità delle aziende inquinanti e chiede che siano loro a pagare per i danni causati dall’aumento delle temperature a cui stanno significativamente contribuendo

In riferimento allo studio dell’istituto ETH Zürich pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, che dimostra come le emissioni di 180 grandi società dei combustibili fossili e del cemento abbiamo reso più intense e molto più probabili oltre 200 ondate di calore registrate dal 2000 al 2023 in tutto il mondo, Greenpeace Italia richiama le responsabilità delle aziende inquinanti e chiede che siano loro a pagare per i danni causati dall’aumento delle temperature a cui stanno significativamente contribuendo.

“Da tempo sappiamo con certezza che l’intensificazione delle ondate di calore è una diretta conseguenza della crisi climatica di origine antropica, ma da oggi possiamo anche stimare il contributo e le responsabilità delle aziende più inquinanti, a partire dalle compagnie dei combustibili fossili – dichiara Federico Spadini della campagna Clima di Greenpeace Italia – Questo studio scientifico dimostra che molte delle ondate di calore verificatesi da inizio secolo non sarebbero state possibili senza l’enorme contributo in termini di emissioni delle principali aziende petrolifere, che pertanto devono essere le prime a pagare il costo economico della crisi climatica che stanno causando, anziché farlo ricadere sul resto della società”.

Fra le aziende prese in considerazione da ETH Zürich c’è anche ENI: lo studio calcola che le sole emissioni attribuibili al colosso italiano del gas e del petrolio sono state sufficienti a rendere possibili 50 delle 213 ondate di calore analizzate, molte delle quali hanno colpito duramente l’Italia negli ultimi anni. Risultati simili si riscontrano per la maggior parte delle aziende inquinanti considerate nello studio. A fronte di dati così evidenti, Greenpeace Italia chiede che le aziende dei combustibili fossili vengano costrette a pagare per i disastri climatici che stanno contribuendo a provocare mediante l’introduzione di meccanismi specifici come multe o forme di tassazione promosse dai governi.

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