Pfas nel sangue di 24 politici Ue: la contaminazione è ovunque

Nel sangue di 24 politici dell'Unione europea provenienti da 19 paesi sono stati rinvenuti Pfas, le cosiddette "sostanze chimiche eterne", ormai diffuse ovunque. L'iniziativa, guidata dal ministero danese dell'Ambiente, dall'Eeb e da ChemSec, oltre a dimostrare ancora una volta quanto sia pervasiva la diffusione di questi inquinanti, ha l'obiettivo di rispondere rapidamente all'inazione della politica

Pfas sangue

Nel sangue di 24 politici dell’Unione europea provenienti da 19 paesi sono stati rinvenuti Pfas, le cosiddette “sostanze chimiche eterne” utilizzate in prodotti come pentole antiaderenti e tessuti impermeabili, ormai diffuse ovunque. L’iniziativa, guidata dal ministero danese dell’Ambiente, dall’Eeb e da ChemSec, oltre a dimostrare ancora una volta quanto sia pervasiva la diffusione di questi inquinanti, ha l’obiettivo di rispondere rapidamente all’inazione della politica.

Tutti i 24 principali politici sottoposti a test, tra cui la Commissaria europea per l’Ambiente, Jessika Roswall e il ministro danese dell’Ambiente, Magnus Heunicke, sono risultati contaminati. Per metà dei leader Ue la contaminazione ha superato i livelli oltre i quali non si possono escludere impatti sulla salute. Sei dei Pfas rilevati (PFOA, PFOS, PFHxS, PFNA, PFDA e PFUnDA) sono già regolamentati in Europa, sia ai sensi del regolamento POP che del regolamento REACH, cosa che dimostra il loro impatto duraturo e la continua minaccia per la salute umana e l’ambiente.

“Il costo umano ed economico dell’inerzia contro l’inquinamento da Pfas è sconcertante e aumenta di giorno in giorno – dice Patrick ten Brink, Segretario Generale dell’Eeb – I decisori politici devono urgentemente chiamare a rispondere chi inquina e fermare i danni dell’industria. Le persone devono tornare ad avere fiducia nell’acqua che bevono e nel cibo che mangiano”.

Ma non tutto è perduto. Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dell’ambiente, tra i 24 politici testati, ha mostrato un calo dei livelli di Pfas, riflettendo le tendenze osservate anche tra la popolazione europea per le sostanze soggette a restrizioni. “Questo dimostra due cose – dice Anne-Sofie Bäckar, direttrice esecutiva di ChemSec – la contaminazione da Pfas non risparmia nessuno e la regolamentazione funziona. Dove sono in vigore divieti i livelli stanno iniziando a scendere. Ora abbiamo bisogno che i leader dell’Ue concludano il lavoro con un divieto universale su tutti i Pfas, non solo nei prodotti di consumo, prima che un’altra generazione paghi il prezzo del ritardo”.

L’Ufficio europeo dell’ambiente, ChemSec e oltre 100 organizzazioni in tutta Europa hanno lanciato il manifesto “Stop Pfas”, esortando i leader Ue ad agire sostenendo una restrizione universale. “Ritardi e scappatoie non faranno altro che prolungare la crisi della contaminazione – dicono – e aumentare i rischi per la salute e i costi di bonifica per le generazioni future”.

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