Inceneritore Roma: assegnato in vita definitiva ad Acea, forte il “no” dei comitati

Assegnata in via definitiva ad Acea Ambiente e partner la realizzazione dell'inceneritore di Roma, unica partecipante al bando. L’impianto, da 1 miliardo di euro, sarà costruito a Santa Palomba e gestito da RenewRome per 33 anni. L'avvio ai lavori è previsto in estate. Dura la reazione della Rete Tutela Roma Sud, che denuncia l’assenza di pubblicazione del progetto e del contratto sui costi vincolanti anche in caso di calo dei rifiuti. Forti dubbi infine sull’impatto ambientale

Assegnata in via definitiva la realizzazione dell'inceneritore di roma

È stata assegnata in via definitiva al Raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Acea Ambiente, con la partecipazione di Suez Italy, Kanadevia Inova, Vianini e RMB, la realizzazione del nuovo inceneritore previsto a Roma, nell’area industriale di Santa Palomba. Lo ha reso noto Roma Capitale attraverso un comunicato, precisando che l’aggiudicazione è avvenuta a seguito della validazione tecnica del progetto da parte della società di certificazione incaricata.

Contestualmente è stato firmato anche il contratto di concessione tra Roma Capitale e RenewRome, la società che gestirà l’impianto per i prossimi 33 anni.

Nei prossimi giorni inizierà il Procedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), gestito dalla struttura commissariale con la partecipazione degli enti competenti. L’avvio dei cantieri è atteso entro l’estate.

Il nuovo impianto sarà in grado di trattare fino a 600mila tonnellate annue di rifiuti indifferenziati e non riciclabili, con trasporto su rotaia. L’investimento, pari a un miliardo di euro, secondo il Campidoglio garantirà un sistema più efficiente e meno costoso per la gestione dei rifiuti della Capitale, oggi affidata in larga parte a trasferimenti fuori regione o all’estero.

L’inceneritore – ricorda il comunicato – fa parte del Piano Rifiuti approvato nel 2023, che prevede il raggiungimento del 70% di raccolta differenziata e l’azzeramento dell’uso delle discariche. Il progetto include anche un Parco dell’Economia Circolare, con spazi per ricerca, coworking, una serra, un giardino pubblico e una torre panoramica alta oltre 70 metri. Sono previsti inoltre quattro impianti per il recupero delle ceneri, un impianto fotovoltaico, una rete di teleriscaldamento e un sistema sperimentale per la cattura della CO₂.

Secondo il Campidoglio, le tecnologie adottate garantiranno un impatto ambientale molto basso, con emissioni inferiori ai limiti delle normative europee e delle Best Available Techniques (BAT). L’impianto genererà 65 MW di energia elettrica e termica, sufficienti per alimentare circa 200mila famiglie, e consentirà il recupero di 10mila tonnellate di acciaio, 2mila di alluminio e 1.600 di rame ogni anno.

Il sindaco Roberto Gualtieri ha difeso il progetto, definendolo un “passo decisivo” verso una gestione moderna e sostenibile del ciclo dei rifiuti: “Il termovalorizzatore, insieme alla nuova rete di impianti per il riciclo della frazione organica e di carta e plastica, consente di superare un sistema inefficiente ed inquinante basato su discariche e su trasferimenti costosi verso impianti lontani. Siamo ora nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata, e di trattare in modo sicuro la frazione residua con tecnologie all’avanguardia in grado di ridurre di oltre il 90% l’impatto ambientale del ciclo dei rifiuti di Roma”.

Stando all’amministrazione capitolina, l’intervento rappresenterebbe anche una straordinaria opportunità di rigenerazione urbana per l’area industriale di Santa Palomba, con un miglioramento dell’accessibilità, dei servizi e delle infrastrutture.

La reazione di Rete Tutela Roma Sud

Ma le cittadine e i cittadini che vivono nell’area continuano a contestare il piano. In particolare, sull’ultimo annuncio, la Rete Tutela Roma Sud ha ribadito una forte preoccupazione per l’intero iter: “il bando di gara, il cui termine era fissato al 18 maggio 2024, è stato assegnato quasi un anno dopo all’unico soggetto partecipante“. “Un anno per aggiudicare una gara con un solo offerente, con tanto di poteri speciali da Commissario, già solo questo farebbe ridere, se non fosse una situazione drammatica”, afferma la rete, che sottolinea la mancanza di trasparenza e la rigidità degli impegni assunti.

Il movimento contesta anche la narrativa sull’impatto ambientale: “Si continua a dire che l’inceneritore inquinerà meno di una strada. Non sappiamo che strade frequenta il sindaco Gualtieri, ma forse ha omesso di indicare l’unità di misura: magari in un’ora inquina meno di una strada trafficata da auto Euro 0 in 500 anni”.

Al centro delle critiche anche l’assenza di pubblicazione del progetto e del contratto che vincola Roma a conferire 600.000 tonnellate di rifiuti all’anno a oltre 200 euro a tonnellata, per più di tre decenni, “anche in caso di riduzione dei rifiuti dovuta a calo demografico o innovazioni tecnologiche”.

La Rete chiede infine “una revisione urgente del Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, redatto nell’interesse delle lobby e non del Paese”.

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