Il Comune di Bari ha recentemente deciso di affidare ad un nuovo fornitore la gestione del servizio di mobilità sostenibile Pin Bike, che premia gli utenti della bicicletta con incentivi economici per spostamenti sostenibili. La scelta segna un cambio di fornitore per il servizio, che fino ad oggi era stato gestito da Pin Bike, una giovane realtà innovativa di Corato (BA), che ha brevettato e messo in funzione il sistema di monitoraggio per la prima volta proprio nel capoluogo pugliese consentendogli di ricevere, negli anni successivi, riconoscimenti in Italia e in Europa.
Ma andiamo con ordine. Il sistema Pin Bike è nato proprio da una sperimentazione promossa dal Comune di Bari nel 2017, ma chiusa prematuramente, a causa della vulnerabilità alle truffe GPS: tramite app di fake GPS era possibile simulare spostamenti senza spostarsi. L’esperienza fallita è stata il motivo stesso per cui è stato sviluppato il sistema Pin Bike, con tecnologia antifrode hardware/software, oggi brevettato. Nel 2019 il sistema è partito, primo in Italia, proprio con il Comune di Bari e la tecnologia Pin Bike attraverso il progetto “MUVT in Bici”, ha rappresentato il primo caso strutturato a livello nazionale di incentivo al bike to work. Il sistema Pin Bike è stato adottato anche a Bergamo, Torino, Brescia, Monza, Firenze, Bologna e Stoccolma. Tali buone pratiche, opportunamente capitalizzate, consentono a Pin Bike di partecipare a nuovi progetti europei e a conferenze in tutta Europa.
Pin Bike consente alle amministrazioni comunali, quindi, di attivare incentivi economici certi e verificabili, fino a 1 euro a chilometro, su tragitti reali effettuati con biciclette di proprietà, soprattutto nelle tratte casa/scuola e casa/lavoro. L’intero ecosistema – basato su un’app collegata a un dispositivo fisico – permette, quindi, un’erogazione sicura e antifrode degli incentivi e genera dati fondamentali per il governo urbano: flussi, orari, punti di sosta, profili d’uso, CO₂ risparmiata.
In molti progetti, invece di procedere con bonifici diretti sui conti correnti degli utenti o ricarichi in busta paga, il sistema prevede l’emissione di voucher digitali spendibili esclusivamente nei negozi della città. Questo approccio non solo stimola l’economia di prossimità, ma coinvolge attivamente le attività commerciali locali, rendendole parte integrante della misura. In questo modo, i commercianti – spesso tra i primi a criticare la costruzione di nuove infrastrutture ciclabili e, corrispondentemente, la perdita di parcheggi – iniziano a vedere nella mobilità sostenibile un’opportunità, non una minaccia. Diventano così più aperti, più ricettivi, più “bike-friendly”.
Ma c’è dell’altro che rende incomprensibile l’operato dell’Amministrazione comunale. Nel 2024 il Comune di Bari ha affidato a Pin Bike, la messa in opera di un progetto sperimentale del valore di 130.000 euro, per estendere il principio dell’incentivo mediante tecnologia antifrode all’uso dell’autobus. Il progetto ha previsto: l’installazione di due centraline hardware per ogni autobus urbano AMTAB in esercizio in città, per certificare salite/discese degli utenti in modo antifrode; lo sviluppo di software per il riconoscimento della permanenza a bordo; l’estensione del sistema Pin Bike anche al bike sharing comunale. Tale fornitura, già testata e collaudata nei comuni di Lecce e Braga in Portogallo, tramite un progetto pilota finanziato da EIT Urban Mobility (istituto europeo per l’innovazione tecnologica), è stata regolarmente eseguita, collaudata e pagata dal Comune di Bari. Cosa succederà adesso a tutte le apparecchiature e a tutto il sistema costato alle casse pubbliche 130 mila euro visto che il brevetto è di Pin Bike? Tutto verrà smantellato e buttato con un notevole spreco di risorse pubbliche e un evidente danno erariale?
Il nuovo operatore economico, Mycicero, a cui è stato affidato il servizio di mappatura per i tragitti in bici, opera già nel settore della sosta anche per conto del Comune di Bari. Tuttavia non risultano in Italia evidenti esperienze e competenze nel campo della gamification e dell’incentivazione economica per la mobilità sostenibile. Quali garanzie sono state richieste dal Comune di Bari a beneficio della qualità del servizio finalizzato al rilascio dell’incentivo per gli spostamenti in bici e perché ha ritenuto di bruciare la spesa di 130 mila euro per la fornitura in opera di apparecchiature per il tracciamento e il monitoraggio degli spostamenti in bus che non potranno più essere usate? E cosa succederà ai dispositivi hardware dal valore di 30 euro ciascuno, montati sulle bici di 1.700 cittadini attivi e pedalanti in tutti questi anni?