Nel corso dell’incontro del 12 settembre a Trevi, il presidente di Assobioplastiche, Luca Bianconi, ha sottolineato le difficoltà del settore nazionale delle bioplastiche. Le imprese italiane, ha spiegato, registrano una perdita di competitività rispetto ai concorrenti asiatici, che possono contare su sovvenzioni pubbliche, costi di manodopera più bassi e normative ambientali meno restrittive. Una situazione di dumping che ha ridotto le quote di mercato europee, lasciando parte della capacità produttiva non pienamente utilizzata.
Il nodo delle stoviglie pseudo-riutilizzabili
Bianconi ha richiamato l’attenzione anche su un’altra distorsione: la diffusione delle stoviglie pseudo-riutilizzabili. Questi prodotti, ha spiegato, sfruttano una lacuna normativa della direttiva europea SUP (Single Use Plastic) che vieta il monouso ma non definisce con precisione i requisiti di riutilizzabilità. La situazione potrebbe evolversi con l’adozione della proposta tecnica sui manufatti riutilizzabili, recentemente validata dalla Commissione europea tramite la procedura TRIS.
Innovazione e nuove opportunità dal PPWR
Nonostante le difficoltà, il comparto delle bioplastiche continua a presentare nuove applicazioni nel packaging. Un sostegno concreto potrebbe arrivare dal nuovo regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR), che riconosce un ruolo specifico ai materiali compostabili. Entro l’11 agosto 2026 dovrà entrare in vigore la lista delle applicazioni obbligatorie in compostabile: un passaggio che, secondo Assobioplastiche, potrebbe permettere all’Italia di guidare il percorso normativo europeo.
La richiesta di regole chiare e di un codice dedicato
Per il presidente di Assobioplastiche, la ripresa degli investimenti dipende da un quadro normativo certo e stabile. Bianconi ha ribadito la necessità di definire regole chiare e di introdurre un codice Ateco o NACE specifico per la filiera delle bioplastiche compostabili, così da garantire riconoscibilità e supporto a tutte le attività di produzione e trasformazione del comparto.