Biossido di azoto, anche a Milano aria fuori legge. Ecco tutti i valori e le mappe

Come per Roma, Cittadini per l'aria ha presentato anche i dati relativi al monitoraggio realizzato a Milano dal 4 febbraio al 4 marzo 2023. Nel capoluogo lombardo hanno partecipato circa 1000 cittadini, affiancati dai ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Cliniche e di Comunità e di Chimica dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2020, anche nel capoluogo e in tutta la Lombardia si è registrato un aumento del peggioramento della qualità dell'aria: "la media mensile pari a 44.8 μg/m³, un valore maggiore dei 40 μg/m³ che rappresenta il limite medio su base annua, attualmente in via di revisione da parte dell’Unione Europea"

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Come per Roma, anche per Milano sono stati presentati i risultati della campagna di monitoraggio civico NO2 NO GRAZIE promossa dalla Onlus Cittadini per l’aria. Dal 4 febbraio al 4 marzo, infatti, anche nel capoluogo lombardo i cittadini hanno messo in luce le concentrazioni del biossido di azoto (NO2) grazie al supporto dei ricercatori del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità e di Chimica dell’Università degli Studi di Milano.

“Rispetto alle passate edizioni – fa sapere Cittadini per l’aria – la qualità dellaria che respiriamo è sostanzialmente stabile, ferma su livelli non accettabili“.

“I dati raccolti da quasi 1.000 cittadini colorano l’area monitorata di molte sfumature, spesso di arancione scuro o rosso brunito, evidenziando, sia all’interno del Comune di Milano che nell’area esterna, concentrazioni che superano di varie misure la soglia indicata dalle nuove linee guida dellOMS (10 μg/m³) oltre che il limite di legge imposto dalla Direttiva sulla qualità dellaria 2008/50/CE (40 μg/m³). La mappa dei punti di monitoraggio scelti dalle persone, vicino a casa, a scuola, al lavoro, è integrata da quelli selezionati dai ricercatori per la calibrazione con le centraline ARPA”, continua Cittadini per l’aria.

In merito ai risultati, la Onlus illustra come:

“Il dato più allarmante che emerge dalle centinaia di campionatori posizionati in Lombardia è la media mensile pari a 44.8 μg/m³, un valore maggiore dei 40 μg/m³ che rappresenta il limite medio su base annua, attualmente in via di revisione da parte dell’Unione Europea. Se confrontato con gli standard indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, questo valore risulta 4 volte superiore al limite di 10 μg/m³ (media su base annua) e quasi 2 volte superiore al limite di 25 μg/m³ (media su base giornaliera) indicati a tutela della salute della popolazione. Tra i campionatori analizzati, il 74% superava il valore limite UE pari a 40 μg/m³ (media su base annua), il 100% risultava superare il valore suggerito dall’OMS pari a10 μg/m³ (media su base annua), mentre quasi la totalità dei campionatori (99.9%) superava il valore suggerito pari a 25 μg/m³ (media su base giornaliera).

Approfondendo i dati puntuali della città di Milano, la cui media mensile è addirittura di 47 μg/m³, destano particolare preoccupazione i livelli di NO2 misurati intorno alle scuole. Il primato in negativo è dell’IC Ciresola, i cui campionatori, posizionati in viale Brianza, hanno misurato valori medi fino a 68.8 µg/m³. Seguono gli IC “Tommaso Grossi” di via Colletta (lato viale Umbria, 63.4 µg/m³), “Ermanno Olmi – Leopardi” (lato via Bodio, 60.2 µg/m³) e “Q. Di Vona T. Speri” (lato via Porpora, 62.4 µg/m³), e ancora l’IC “Confalonieri” (lato via Dal Verme, 58.1 µg/m³), le Scuole d’Infanzia Corsica 94 (lato viale Corsica, 57.0 µg/m³) e Venini 7 (lato via Venini, 55.9 µg/m³). La lista è lunga con la totalità delle scuole a cui vengono associati valori di NO2 ben superiori ai valori suggeriti dall’OMS a tutela della salute. 

Anche le vie dello shopping, dove le persone passeggiano esposte ai fumi del traffico, non vengono risparmiate. Concentrazioni di NO2 preoccupanti sono state rilevate, per esempio, in Corso Buenos Aires e Corso XXII marzo, a pari demerito con 61.3 µg/m³ (+53% = rispetto al limite annuale UE di 40 µg/m³), in Corso Vercelli (58.1 µg/m³ = +45% rispetto al limite annuale UE di 40 µg/m³), in Corso Magenta (52.7 µg/m³ in corrispondenza al Collegio San Carlo), in Via Senato, che lambisce il quadrilatero della moda, (62.4 µg/m³) o ancora ben 52.7µg/m³ davanti al Palazzo della Regione Lombardia

Anche se la media delle concentrazioni nella città metropolitana risulta pari a 41 µg/m³ e dunque inferiore a Milano città, tuttavia non si risparmiano valori da record in negativo a Monza – in via Manzoni – con una media mensile di 59.1 µg/m³, Gallarate – in via XX Settembre – con 52.7µg/m³, Legnano, nel centralissimo Corso Italia, con 61.3 µg/m³ e Segrate, accanto alle case con66.7µg/m³. Fuori dall’area milanese, si segnalano altre criticità come, ad esempio, a Como – in Via Varesina – dove si sono misurati64.5 µg/m³”. 

Secondo Cittadini per l’aria, la Regione è responsabile di questa situazione così critica perché ha sempre adottato delle misure insufficienti e, in più, afferma che: “Negli stessi giorni in cui il Governo regionale lombardo cerca – in aperto contrasto con l’interesse e il diritto alla salute dei cittadini – di premere affinché si riduca al minimo l’effetto della revisione della Direttiva della Qualità dell’aria in corso a Bruxelles, un nuovo studio indica che, in Europa, è proprio il Nord Italia l’area nella quale si misura il più elevato contributo del traffico agli inquinanti dellaria“.

“Ci vuole anche più coraggio con le ZTL per la salute dei milanesi verso Milano Città 30″, continua la Onlus.