Bologna Città 30, botta e risposta tra il ministro Salvini e il sindaco Lepore

Il vicepremier ha inviato una lettera al sindaco del capoluogo emiliano: "In considerazione del richiamo operato nella direttiva a garantire che tutti i Comuni si attengano alle prescrizioni ivi contenute, le sarei grato se volesse aggiornarmi sulle misure che intende adottare in tal senso". La replica di Lepore: "Mi sembra un invito alla collaborazione e al dialogo che noi apprezziamo. Risponderemo alla loro richiesta di confronto, se serve per salvare vite, è giusto collaborare"

Continua a tenere banco la diatriba tra il ministro dei Trasporti Salvini e la città di Bologna, dove da metà gennaio è stato attivato il provvedimento sul limite dei 30 km orari. Dopo la pubblicazione della direttiva ministeriale che vuole bloccare i comuni che hanno adottato il nuovo limite di velocità, il vicepremier ha inviato una lettera al sindaco del capoluogo emiliano, Matteo Lepore: “La direttiva – si legge in una nota del Mit che riprende la missiva – individua puntualmente i criteri che le amministrazioni comunali sono tenute a rispettare nella fissazione di limiti di velocità derogatori rispetto a quello previsto in via generale dal predetto articolo 142, comma ,1 del Codice della strada, corrispondente a 50 km/h”.

Chiede quindi Salvini: “In considerazione del richiamo operato nella direttiva a garantire che tutti i Comuni si attengano alle prescrizioni ivi contenute, le sarei grato se volesse aggiornarmi sulle misure che intende adottare in tal senso. I miei Uffici sono a disposizione per le opportune interlocuzioni tecniche sul tema”.

A stretto giro arriva la replica del sindaco Lepore: “Mi sembra un invito alla collaborazione e al dialogo che noi apprezziamo – commenta il primo cittadino di Bologna dagli studi del Tg3 – Risponderemo alla loro richiesta di confronto, in particolare questa richiesta di dialogo con gli uffici tecnici: molto volentieri. Salvini dice che salvare delle vite è anche il suo obiettivo ma va fatto con criterio, le nostre ordinanze rispettano criteri precisi che di fatto sono anche quelli del ministero. Ma io credo che ci sia soprattutto da osservare l’esperienza di Bologna e metterla a disposizione del percorso che il ministro sta facendo. Se serve per salvare vite, è giusto collaborare“.