“Fare un bilancio del 2025 è un po’ presto, ma un orientamento è possibile darlo: è un anno di svolta per il settore del riciclo delle bottiglie in PET”, afferma Monica Pasquarelli, responsabile installazione eco-compattatori di Coripet, durante un intervento a Ecomondo 2025.
La svolta arriva con l’applicazione della direttiva europea SUP (Single Use Plastics), che impone ai produttori di acqua, bibite, olio e latte di utilizzare almeno il 25% di PET riciclato nelle nuove bottiglie immesse sul mercato.
“L’obiettivo è stato pienamente raggiunto e anche superato – spiega Pasquarelli –. Tutti i soci Coripet, da gennaio 2025, hanno inserito almeno il 25% di PET riciclato nelle proprie bottiglie, arrivando in media al 32%. È un risultato importante, perché nonostante l’obbligo normativo, la legge non prevede sanzioni, e molte aziende del settore non si sono ancora adeguate”.
Dal bottle to bottle alla chiusura del cerchio
Pasquarelli ricorda come la missione di Coripet sia sempre stata quella di chiudere il ciclo bottle to bottle, cioè raccogliere le bottiglie, riciclarle e reimmettere il materiale nel processo produttivo per ottenere RPET destinato a nuove bottiglie o componenti.
“È un traguardo che dimostra la validità del nostro modello – sottolinea –. Coripet è riuscito a rendere concreta l’idea di economia circolare applicata al packaging, dando un valore ambientale e industriale alla plastica riciclata.”
Cresce la rete degli eco-compattatori
Un altro dato positivo arriva dal progetto degli eco-compattatori, i punti di raccolta automatizzati installati presso supermercati e centri commerciali.
“Nel 2025 abbiamo quasi raggiunto quota 1.900 eco-compattatori – dichiara Pasquarelli –. È un risultato significativo, ottenuto grazie alla collaborazione volontaria della grande distribuzione italiana, che ha creduto nel progetto e scelto di partecipare senza obblighi normativi.”
Impegno condiviso per ambiente e legalità
Per Coripet, la sfida non è solo tecnica ma anche etica: garantire trasparenza, tracciabilità e rispetto delle regole in un mercato ancora eterogeneo.
“Le aziende consorziate hanno scelto di sostenere costi più alti pur di essere coerenti con la legge e con l’ambiente, che è lo scopo principale di un consorzio EPR – conclude Pasquarelli –. In un contesto competitivo e non sempre uniforme, questo impegno rappresenta un segnale forte di responsabilità e visione sostenibile.”
Coripet consolida così il suo ruolo nella filiera del riciclo del PET, promuovendo un modello di economia circolare che unisce innovazione, responsabilità ambientale e collaborazione con la distribuzione per costruire un futuro più sostenibile.










