La Questura di Brescia ha notificato nuove denunce e misure di prevenzione a sei persone per aver semplicemente partecipato ad una manifestazione di Extinction Rebellion lo scorso luglio.
Quel giorno, il movimento aveva appeso uno striscione all’ingresso di Intesa Sanpaolo e aveva portato nella piazza di fronte un grande salvadanaio di cartapesta a forma sia di maialino che di granata, una protesta nonviolenta per denunciare i finanziamenti della banca negli armamenti utilizzati per i bombardamenti a Gaza. La manifestazione – dice il Movimento in un comunicato – si era svolta in totale tranquillità, con alcune persone travestite da banchieri che hanno letto discorsi ed effettuato delle performance teatrali per qualche ora. A due mesi di distanza, a sei di loro sono state notificate denunce per “manifestazione non preavvisata”, chi non è residente in città è stato espulso da Brescia con foglio di via obbligatorio fino a 3 anni e chi è domiciliato in città ha invece ricevuto avvisi orali di “pericolosità sociale”.
“Non ho nessun precedente penale ed era una delle prime manifestazioni a cui partecipavo” racconta Jacopo. “Quel giorno ho semplicemente letto dei discorsi al megafono, durante una manifestazione in una piazza pedonale e questo è bastato per ricevere una misura di prevenzione e risultare adesso una persona pericolosa per la società”. Nel surreale avviso orale che Jacopo ha ricevuto si legge infatti che “divulgando al megafono le ragioni della protesta ha creato un pericoloso allarme sociale e che è stato un pericolo per la sicurezza e la tranquillità pubblica” e per questo il Questore di Brescia lo minaccia di misure di prevenzione più restrittive “qualora dovesse commettere altri delitti” (ndr leggere al megafono).
Una protesta in cui non sono state danneggiate né cose né persone, come testimonia il fatto che l’unico reato contestato sia semplicemente “manifestazione non preavvisata”. “La stessa Questura che a gennaio scorso ha fatto spogliare integralmente delle ragazze poste in stato di fermo illegittimo dopo una manifestazione, etichetta adesso come socialmente pericolose delle persone che non hanno precedenti penali e che hanno semplicemente retto un cartello, letto un discorso o portato un maialino di cartapesta nella piazza pedonale” commenta Laura.
“Tutto questo mentre quella banca ha investito miliardi di euro in armamenti usati anche per bombardare la Palestina”. Il riferimento è ad un brutto episodio accaduto all’inizio del 2025, quando alcune attiviste di Extinction Rebellion sono state costrette a spogliarsi durante un fermo
in Questura ed effettuare piegamenti per perquisizioni corporali illegittime. Vicenda a seguito della quale è stata intrapresa un’azione legale tuttora in corso per “sequestro di persona, perquisizioni degradanti e arbitrarie e violenza privata”.
“L’utilizzo sproporzionato di denunce e fogli di via fa pensare ad un atto di vendetta per la denuncia degli abusi subiti”. Si tratta infatti di misure di prevenzione molto restrittive, che la legge 159 del 2011, il cosiddetto Codice Antimafia, prevede per persone “dedite abitualmente a traffici delittuosi” e che “vivono abitualmente con i proventi di tali attività delittuose”, che dovrebbero quindi essere utilizzati solo in casi di comprovata pericolosità sociale basata su elementi di fatto.
“Vengono ormai sistematicamente utilizzate dalle Questure di tutta Italia per reprimere il dissenso, bypassando i tribunali. Manifestare pacificamente è parte costituente di una democrazia, non certo un pericolo per la città” conclude Laura.