Il Tar ha respinto i ricorsi per bloccare l’inceneritore di Roma

Il Tribunale amministrativo del Lazio ha rigettato tutti i ricorsi presentati dai Comitati, dalle Associazioni ambientaliste, dai Comuni di Albano, Ardea e Ariccia contro il Piano rifiuti di Roma Capitale per chiedere la verifica degli atti propedeutici, avviati dall'amministrazione comunale, per la realizzazione del nuovo impianto. "Una sentenza politica che impone opposizione a oltranza", questo il commento a caldo del Comitato No Inceneritore a Santa Palomba

Tar inceneritore Roma

Il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi presentati dai Comitati, dalle Associazioni ambientaliste, dai Comuni di Albano, Ardea e Ariccia contro il Piano rifiuti di Roma Capitale e la realizzazione del tanto discusso inceneritore. I giudici nella sentenza hanno dichiarato che i ricorsi devono essere rigettati poiché risultano “destituiti di fondamento”.

Il provvedimento

“E’ con riferimento al complesso delle normative” sulla pianificazione della gestione del ciclo dei rifiuti” si legge nel provvedimento del Tar, che deve valutarsi ‘il rispetto dei criteri direttivi eurounitari e non atomisticamente in funzione di uno specifico atto di pianificazione”. La previsione del Piano commissariale, in questo senso, non incide “sull’assetto complessivo del sistema”. Ed inoltre “non sembra potersi negare che la risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale e alla chiusura del ciclo, anche assicurata da una razionalizzazione e realizzazione di nuovi impianti, compreso il tmv, abbia attinenza sia con le più generali politiche energetiche sia con la realizzazione di condizioni attesa a valorizzare” imprese e investimenti.

“Né può revocarsi in dubbio quanto al requisito della necessità e urgenza l’esistenza di una situazione emergenziale” derivante “dal maggiore afflusso di individui” in occasione del Giubileo.

Inoltre, dice la sentenza, chi avrebbe dovuto semmai sollevare un problema di competenze sarebbe la Regione, che però “non ha promosso alcun giudizio di legittimità” trattandosi peraltro di “temporanea allocazione di poteri” in capo al commissario.

Rispetto alla localizzazione del tmv è ribadito che “a oggi sul sito in esame”, Santa Palomba, non insiste alcun fattore escludente di tutela integrale”. Né risulta rilevante l’individuazione preventiva del sito e l’acquisizione da parte di Ama prima dell’adozione del Piano. Inoltre “impianti di recupero di energia fanno parte della gerarchia dei rifiuti e sono comunque necessari alla chiusura del ciclo di gestione rendendo come deve essere residuale lo smaltimento in discarica”.

“Una sentenza politica che impone opposizione a oltranza”

Questo il titolo del post Facebook sulla pagina del Comitato No Inceneritore a Santa Palomba, che commenta la sentenza del Tar. “Il nostro ricorso, al pari degli altri – spiega il Comitato – è stato rigettato dal TAR del Lazio. Quando il fronte unico dell’incenerimento, che muove le leve del comando, è compatto, rende le nostre lotte più difficili perché condotte contro l’intero sistema di potere che governa, attraverso il neo consociativismo, la capitale della corruzione e degli affarismi sfrenati. Oggi segna per noi l’inizio di una nuova fase: quella dell’ opposizione a oltranza, ancor più radicale e intransigente verso tutti i sostenitori del mega impianto che condanna a morte un intero territorio abitato da decine di migliaia di persone, vittime di una barbarie ambientale senza precedenti, di un abominio giuridico e di una politica senza scrupoli”.