Due nuovi strumenti per favorire l’adozione dell’impronta ambientale PEF sui prodotti

Sono stati sviluppati da ENEA, Scuola Superiore Sant’Anna e da una serie di imprese per supportare queste ultime nella misurazione, valutazione e corretta comunicazione dell’impatto ambientale dei loro prodotti secondo il Product Environmental Footprint, promosso dalla Commissione Europea

Si chiamano PEFStarter e Life Cycle Communication Tool e sono due nuovi strumenti ideati per supportare le imprese nella misurazione, valutazione e corretta comunicazione dell’impatto ambientale dei loro prodotti. L’obiettivo è di favorire l’adozione dell’impronta ambientale PEF (Product Environmental Footprint), promossa dalla Commissione Europea per “certificare” l’affidabilità dei green claim, le affermazioni sul minore impatto ambientale di prodotti o servizi, evitando quindi il cosiddetto green washing, ovvero le informazioni ingannevoli sulle loro reali qualità ambientali.

I due tool sono stati sviluppati nell’ambito del progetto LIFE EFFIGE[1] cui partecipano ENEA, Scuola Superiore Sant’Anna (coordinatore), Assofond per la filiera delle fonderie, FederlegnoArredo per quella del legno-arredo, Consorzio Agrituristico Mantovano per l’agroalimentare e CAMST per la ristorazione. Il metodo PEF è già stato sperimentato da alcune aziende che hanno misurato l’impatto ambientale di loro prodotti, realizzando poi azioni migliorative dei risultati e una corretta comunicazione.

“Con il progetto PEFStarter vogliamo supportare le imprese, soprattutto le PMI, a familiarizzare con il metodo PEF, per comprenderne obiettivi, opportunità e procedure, nel convincimento che questo possa contribuire alla transizione verso un sistema economico sostenibile”, sottolinea Paola Sposato, ricercatrice del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi produttivi e Territoriali ENEA.

Accessibile gratuitamente all’indirizzo pefstarter.enea.it, il tool è disponibile in italiano e in inglese ed è suddiviso in tre sezioni: la prima introduce il concetto di politiche ambientali d’impresa, con particolare riferimento alla comunicazione ambientale di prodotto e all’approccio di ciclo di vita; la seconda illustra le opportunità del metodo PEF per le imprese; la terza descrive i passaggi principali per sviluppare uno studio PEF, ovvero, come raccogliere i dati, elaborare gli impatti ambientali, utilizzare e comunicare i risultati. Nel complesso il tool offre un percorso informativo personalizzato sugli aspetti principali del metodo PEF, al termine del quale viene prodotto un report riassuntivo scaricabile, oltre ad altri approfondimenti e informazioni.

Il Life Cycle Communication Tool, sviluppato dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, consente di ‘tradurre’ i risultati forniti dagli indicatori (ideazione, produzione, uso e smaltimento) con i quali si calcola l’impronta ambientale di un prodotto nel suo intero ciclo di vita in un linguaggio comprensibile anche dai non addetti ai lavori. Ad esempio, un determinato quantitativo di emissioni di gas serra evitati si potrà tradurre in numero di “viaggi in bus Milano-Roma risparmiati”, con relativa documentazione a supporto. Lo strumento è scaricabile al sito di progetto (www.lifeeffige.eu), nella sezione Strumenti.

“Riteniamo che nel contesto attuale di Green Deal europeo, l’interesse da parte delle imprese verso il miglioramento e la comunicazione ambientali dei propri prodotti sia destinato a consolidarsi e speriamo che gli strumenti sviluppati possano supportare un numero crescente di imprese nell’intraprendere questo cammino”, conclude Patrizia Buttol, ricercatrice del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi produttivi e Territoriali ENEA.