Inceneritore di Roma, continuano le mobilitazioni: proposte in Regione e lettera al Papa

In attesa dell'udienza presso il Consiglio di Stato a cui si sono appellate Associazioni e Amministrazioni comunali dell'area metropolitana dopo il rigetto del Tar del Lazio, Rete Tutela Roma Sud ha fatto sapere di aver presenziato nell'Audizione presso la Regione Lazio lo scorso 14 settembre, elencando le sue proposte in merito all'inceneritore di Roma. Tra queste "più partecipazione, la verifica dello stato di salute degli abitanti e dell'area, il censimento delle attività agricole e la valutazione di alternative". Oltre a ciò la Rete ha anche indirizzato una lettera al Pontefice

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Credit foto: Rete Tutela Roma Sud

Nonostante il rigetto del Tar di Roma alle istanze presentate dalle associazioni locali e dai Comuni dell’area Metropolitana che più saranno toccati dalla realizzazione dell’inceneritore voluto dalla giunta Gualtieri, non si sono fermate le proteste e le mobilitazioni legali da parte dei cittadini e delle Amministrazioni comunali su dette.

Infatti, in attesa dell’udienza di merito per l’appello fatto al Consiglio di Stato che si terrà il prossimo 30 novembre e in concomitanza con il sit in di protesta al Ministero dell’Ambiente “Il Clima non ammette inceneritori” indetto dal Comitato no inceneritore Santa Palomba, lo scorso 14 settembre le associazioni che costituiscono la Rete Tutela Roma Sud hanno partecipato all’Audizione della Regione Lazio.

“Si tratta della prima occasione di ascolto da parte delle istituzioni competenti da quando è stato avviato l’iter per la realizzazione di un secondo inceneritore nella Regione Lazio. Finora le nostre richieste di confronto erano rimaste inascoltate, negando un principio cardine di ogni democrazia, quello della partecipazione”, ha dischiarato Rete Tutela Roma Sud dopo l’Audizione.

“Sappiamo che il pianeta vede scarseggiare le materie prime – continua la Rete – che comportano costi sempre più alti e che la normativa europea promuove il recupero materia. Riteniamo che Roma non possa andare nella direzione opposta del ‘brucia tutto’. Inoltre, è ormai evidente che i problemi di accumulo e abbandono dei rifiuti attengono al sistema di raccolta e alla deresponsabilizzazione collettiva prodotta dai cassonetti stradali (…). Denunciamo le evidenti lacune del Piano di Gestione dei Rifiuti di Roma Capitale in materia di misure idonee a migliorare la raccolta differenziata, per la quale la Regione Lazio è ferma al 52% e relegata al terzultimo posto in Italia. Ricordiamo che il cronoprogramma è già saltato (la gara doveva essere pubblicata entro il 1 agosto 2023) e comunque l’entrata in funzione dell’annunciato inceneritore sarebbe prevista dopo il Giubileo. È invece urgente dare priorità alla realizzazione di un’impiantistica basata sull’economia circolare, che potrebbe beneficiare anche di finanziamenti
europei. Inoltre è tuttora in corso da parte della Commissione europea la valutazione di conformità del sistema di gestione dei rifiuti del Lazio, incluso il nuovo Piano di Roma, nell’ambito del procedimento EU Pilot (2019) 9541, con particolare riguardo al rispetto degli obiettivi minimi di rifiuti avviati a riciclo, per i quali la Regione Lazio è ultima in Italia”.

Alla luce di tali premesse, ciò che durante l’Audizione è stato proposto da Rete Tutela Roma Sud riguarda la necessità di:

“A. Sollecitare una modifica del cronoprogramma, prevedendo azioni concrete di riduzione dei rifiuti e
miglioramento del sistema di raccolta con estensione del porta a porta, al fine di raggiungere il 70% di raccolta
differenziata entro il 2024.
B. Verificare, tramite ERAS ed ARPA, dello stato di salute della popolazione e del livello di inquinamento
dell’area
circostante al terreno indicato quale sede dell’inceneritore, vista la presenza della discarica di
Roncigliano ad Albano e la notizia dell’avvenuta notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari,
nel corso delle quali l’autorità giudiziaria avrebbe accertato una contaminazione prodotta dal deposito di
carburanti di proprietà dell’ENI, situato sempre in località Santa Palomba di Pomezia.
C. Garantire di non utilizzare fondi regionali per finanziare direttamente o indirettamente l’impianto di
incenerimento o le opere ad esso connesse.
D. Nominare una commissione tecnica di esperti per valutare le migliori alternative, al fine di proporre soluzioni
sostenibili dal punto di vista economico e ambientale.
E. Verificare l’impatto sul traffico veicolare sull’Ardeatina e sulla viabilità limitrofa ricadente in altri Comuni.
F. Garantire la trasparenza del procedimento, pretendendo il dibattito pubblico, così come richiesto dai consigli
comunali dei territori coinvolti tra aprile e giugno 2023, come prevede l’art. 3 comma 3 lett. c del D.P.C.M. n.
76/2018, fornendo ai cittadini informazioni dettagliate sui seguenti argomenti:

  1. Individuazione dello scalo romano di carico dei treni che dovrebbero trasportare i rifiuti;
  2. Pubblicazione del progetto presentato da ACEA, SUEZ, Hitachi e Vianini Lavori;
  3. Censimento delle attività agricole attive nell’agro romano circostante;
  4. Indicazione della localizzazione della discarica di servizio;
  5. Precisazione delle fonti idriche utilizzate dall’impianto”.

Oltre l’Audizione presso la Regione Lazio, sempre Rete Tutela Roma Sud ha fatto sapere di aver scritto una lettera al Papa per chiedere udienza sul tema dell’inceneritore. Di fatto, dal 17 settembre può essere firmata da cittadini, associazioni, parrocchie e istituzioni.

“Come lei ci ha ricordato nell’enciclica Laudato di: “se i cittadini non controllano il potere politico nazionale, regionale e municipale, neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali (179)“. Abbiamo purtroppo constatato come infatti, in Italia, tutti i recenti disastri ambientali siano venuti alla luce proprio grazie all’azione popolare (i.e. ILVA di Taranto, inceneritore di Colleferro, ecc) (…). Saremmo pertanto onorati se volesse concederci un’udienza per poterLe presentare la nostra proposta di costruire una commissione internazionale di esperti indipendenti con esperienza in campo ambientale e nello smaltimento dei rifiuti, ai quali affidare la scelta delle migliori soluzioni disponibili, in modo da prendere in considerazione tecnologie più moderne e meno impattanti”, recita parte della lettera.