Inceneritore Roma, Paur: quarta richiesta di integrazione documentale dei Comuni su crisi idrica

Dopo i precedenti approfondimenti sul PAUR dell’inceneritore di Santa Palomba, Rete Tutela Roma Sud pubblica il quarto resoconto. Al centro ci sono le richieste di integrazione documentale riguardanti l’approvvigionamento idrico e l’impatto sulla crisi idrica dei Colli Albani. Il documento evidenzia criticità sui fabbisogni idrici dichiarati, sul riutilizzo dell’effluente del depuratore e sulla perforazione di due pozzi. L’obiettivo è valutare correttamente la sostenibilità dell’impianto in un’area già classificata come critica per la risorsa acqua

Inceneritore Roma, Paur: richiesta di integrazione documentale dei Comuni

Dopo il resoconto sulle richieste di integrazione documentale relative alla Discarica di Roncigliano, alla viabilità e alle “ragionevoli alternative” all’impianto, nell’ambito del PAUR dell’inceneritore di Santa Palomba, Rete Tutela Roma Sud pubblica anche il quarto resoconto. Si tratta della richiesta di integrazione sull’approvvigionamento idrico e l’impatto sull’emergenza idrica dei Colli Albani.

“Le richieste – scrive la Rete – si basano sulla normativa vigente (DGR n. 445 del 16 giugno 2009), sono state condivise dalla nostra Rete con i Comuni di Albano, Pomezia e Nemi, e ribadite dagli uffici della Regione Lazio, a dimostrazione della loro fondatezza”.

Le aree principali di integrazione richieste – precisa la Rete – sono tre:

1. FABBISOGNO IDRICO: i fabbisogni dichiarati (87.600 m³/anno per acqua di processo e 5.600 m³/anno per usi umani) appaiono inferiori ai valori di impianti simili, in un’area già classificata come critica per la risorsa idrica.

  • Si richiedono dettagliate integrazioni su: come avviene il recupero delle acque (specificando volumi, trattamenti e parametri termodinamici per escludere sostanze pericolose), il consumo idrico per il teleriscaldamento, ecc…
  • Viene inoltre richiesto un bilancio idrico complessivo e una valutazione dell’impatto da parte di un soggetto terzo per evitare conflitti di interesse con ACEA ATO 2.

2. UTILIZZO dell’EFFLUENTE del depuratore di Santa Maria in Fornarola:

  • Sebbene i progettisti assumano che il riutilizzo dell’acqua depurata non generi impatto, mancano dati fondamentali su: portate dell’effluente, qualità dell’acqua (analisi chimiche e batteriologiche).
  • Inoltre, sono richiesti dettagli sugli ulteriori trattamenti previsti a valle del depuratore, sulla localizzazione degli impianti necessari, e sulla gestione e i costi, nonché sull’attuale utilizzo delle acque restituite e l’impatto sull’ecologia del corso d’acqua.

3. PERFORAZIONE DI DUE POZZI per prelievo di acqua di falda:

  • La realizzazione di due pozzi è in contrasto con la normativa vigente poiché il sito si trova in un'”Area Critica” (DGR 16 giugno 2009 n. 445), dove è sospeso il rilascio di autorizzazioni per la ricerca di acque sotterranee.
  • I dati preliminari forniti sul dimensionamento dei pozzi non permettono valutazioni complete. Un calcolo speditivo suggerisce una portata emungibile di 1,25 l/s per metro di tubo/filtro, indicando la possibilità di un uso continuativo e non occasionale con volumi superiori ai 4,0 l/s dichiarati.
  • Si richiedono chiarimenti sull’impatto stimabile di un utilizzo continuativo e sugli “accorgimenti tecnici” per evitare la comunicazione tra livelli idrici di falda attualmente separati.
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