Lo scorso 8 maggio, Invitalia ha pubblicato la gara per la progettazione di fattibilità tecnico-economica dei due inceneritori che verranno realizzati in Sicilia a Palermo e a Catania come stipulato a gennaio 2025. “Un altro passo avanti verso un obiettivo epocale che permetterà alla Sicilia di dire addio alle discariche ed evitare la costosa spedizione di rifiuti all’estero. Procediamo spediti secondo il cronoprogramma che ci siamo dati”, ha dichiarato il presidente della Regione Sicilia e commissario straordinario per il completamento della rete impiantistica integrata per la gestione dei rifiuti Renato Schifani.
Come spiega la nota della Regione, la gara è stata pubblicata anche sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e, nel dettaglio, si tratta di un avviso di procedura aperta per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura relativi alla progettazione di fattibilità tecnico-economica (pfte), coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, redazione della relazione geologica e del piano economico-finanziario (pef) di massima. La gara prevede anche l’opzione di affidamento dei servizi di direzione lavori e di coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione per ciascuno dei due impianti da realizzare a Bellolampo, a Palermo, e nell’area industriale di Catania, siti già individuati dal Piano regionale dei rifiuti.
L’importo dell’appalto – spiega la Regione Sicilia – per la progettazione ammonta a quasi 22 milioni di euro, mentre altri 22,4 milioni sono previsti per l’eventuale direzione lavori. Le risorse complessivamente destinate alla realizzazione dei due impianti provenienti dall’Accordo per la coesione, stipulato a maggio 2024 tra il presidente della Regione Schifani e il presidente del Consiglio dei ministri Meloni, ammontano a 800 milioni di euro. Il termine per la presentazione delle offerte è il 9 giugno alle ore 15.
La reazione delle associazioni
“Si tratta di una scelta anacronistica, fondata su una visione superata della gestione dei rifiuti, che rischia di compromettere seriamente lo sviluppo di un sistema virtuoso incentrato sulla riduzione, il riuso e il riciclo. Le parole del Presidente Schifani parlano di “un passo avanti”, ma omettono completamente ogni riferimento all’assenza di una valutazione comparativa tra scenari alternativi, così come richiesto dalla normativa europea e nazionale in materia ambientale”, scrivono WWF, Legambiente, Zero Waste Sicilia e Federconsumatori.
“Riteniamo grave – spiegano – che una decisione di tale impatto venga portata avanti senza un preventivo coinvolgimento delle amministrazioni locali e della cittadinanza, in aperta contraddizione con i principi della trasparenza e della partecipazione sanciti dalla Convenzione di Aarhus e recepiti nel nostro ordinamento”.
“Le nostre associazioni – proseguono – hanno già presentato tre ricorsi al TAR avverso i provvedimenti commissariali, ritenendo che la procedura adottata violi i principi di legalità, precauzione e sostenibilità ambientale. Confidiamo che la giustizia amministrativa possa ristabilire un percorso conforme alla legge e rispettoso dei diritti delle comunità locali”.
“Non ci stancheremo di ribadire che l’unica strada realmente sostenibile per la gestione dei rifiuti in Sicilia è quella fondata sulla prevenzione, sulla raccolta differenziata spinta e sulla costruzione di una rete impiantistica per il recupero e riciclo, che punti sull’economia circolare e sulla responsabilità condivisa”, concludono le associazioni.