La chiusura dell’inceneritore di Livorno è rimandata alla pianificazione d’ambito

L'impianto di Livorno Picchianti è fermo dal 20 dicembre scorso a seguito di un guasto alle tubazioni del generatore di vapore della linea 1. L'assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, ha riposto in Consiglio all’interrogazione del portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) che chiedeva novità sulla ripresa dell'attività impiantistica. E' in corso il procedimento di riesame dell’AIA, fino alla realizzazione dell’ossicombustore dei rifiuti a Peccioli. Le considerazioni su eventuali chiusure sono rimandate alla pianificazione d’ambito, fermo restando che deve essere assicurata la gestione dei rifiuti urbani senza ulteriore ricorso allo smaltimento in discarica e garantendo lo stesso livello di tariffa"

Nella seduta di mercoledì 14 febbraio al Consiglio regionale della Toscana si è parlato dell’inceneritore di Livorno Picchianti, fermo dal 20 dicembre scorso a seguito di un guasto alle tubazioni del generatore di vapore della linea 1. L’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, ha riposto in Aula all’interrogazione del portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) che chiedeva novità sulla ripresa dell’attività impiantistica. “Il Piano regionale per l’economia circolare tiene conto dell’impianto dell’inceneritore di Livorno, – ha spiegato Monni – per il quale è in corso il procedimento di riesame dell’AIA, fino alla realizzazione dell’ossicombustore dei rifiuti a Peccioli. Le considerazioni su eventuali chiusure sono rimandate alla pianificazione d’ambito, fermo restando che deve essere assicurata la gestione dei rifiuti urbani senza ulteriore ricorso allo smaltimento in discarica e garantendo lo stesso livello di tariffa”.

L’assessora ha poi aggiunto: “Sulla base dei dati forniti dall’Ato Toscana Costa si evidenzia che nel 2023 l’impianto di Livorno ha trattato 56.461 tonnellate di rifiuti, di cui 31mila di rifiuti urbani indifferenziati prodotti dal comune di Livorno, e 19mila derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti nel territorio nell’ambito Toscana Costa. Per quanto riguarda il 2024, come da delibera di assemblea Ato Toscana Costa, i rifiuti indifferenziati prodotti nel comune di Livorno avranno la seguente destinazione: 19.528 tonnellate, al costo previsto di 148,19 euro a tonnellata, al TMB di Pioppogatto (Massarosa); 5mila tonnellate, al costo previsto di 155 euro a tonnellata, al TMB di Scapigliato (Rosignano). Essendo i TMB impianti di trattamento intermedio, per il 2024 tutto quello che esiterà da essi dovrà trovare collocazione negli impianti di discarica di ambito, stante la difficoltà nel reperire alternative a costi accettabili. In sostanza, i flussi di rifiuto indifferenziato di Livorno e la frazione secca prodotta nell’ambito e precedentemente avviata verso il ‘Picchianti’, per il 2024 potranno trovare collocazione nell’impiantistica di discarica di ambito di Peccioli Belvedere, mentre la frazione organica a Rosignano Scapigliato”.

Il consigliere Landi ha ringraziato l’assessora per la risposta. “Mi sarei aspettato però un po’ più di chiarezza – ha aggiunto – . Nel 2019 il sindaco di Livorno aveva annunciato la chiusura del Picchianti l’anno dopo, poi ha detto cha avrebbe chiuso nel 2023, oggi dice che chiuderà nel 2027 e puntualmente si dice che l’impianto deve essere chiuso. Invece, con un po’ di lungimiranza, 10 anni fa sarebbe bastato ammodernarlo come è stato fatto a Montale: con una terza linea, con canne fumarie migliori, si sarebbero potute smaltire circa 200mila tonnellate e mantenere anche posti di lavoro”

“Quello di Livorno è un impianto da cui non si può prescindere né per la costa, né per la città – ha concluso – e dire che aspetteremo l’ossicombustore a Peccioli, per dismettere l’impianto di Livorno è ipocrisia. Quindi continueremo a fare battaglia e mi spiace che la Giunta avvalli posizioni di amministratori locali che non tutelano i cittadini livornesi”.