Liguria, pioniera del compostaggio domestico digitale, tra autocertificazioni con app e compostiere con Qr Code

La Regione ha autorizzato il ricorso a sistemi digitali per autocertificare l’attività di compostaggio. Oggi infatti i Comuni, specie quelli più piccoli, faticano a effettuare i controlli a domicilio previsti per legge. Un primo progetto, avviato nel Genovesato, ha consentito già in questi primi mesi del 2024 di raddoppiare il numero di autocertificazioni effettuate tramite l’app Junker rispetto a quelle tradizionali e far emergere nuove utenze compostatrici. E con le compostiere digitali di Sartori Ambiente valorizzare gli scarti in compost sarà ancora più facile per i cittadini

Liguria compostaggio domestico digitale

Ridurre la produzione di rifiuti, semplificare i controlli a carico della pubblica amministrazione e rendere misurabile il compostaggio domestico, stimolando la partecipazione degli utenti: sono questi gli obiettivi della svolta digitale che la Regione punta a imprimere alla gestione del compostaggio domestico. Se n’è parlato a Portofino nel corso di un convegno, organizzato da Junker app e Sartori Ambiente, che ha visto la partecipazione della Regione, del Comune di Portofino, di Arpal e di due Gestori della Liguria, Aprica e Amiu.

Nel 2022 oltre 1 Comune ligure su 4 (64 Comuni) non si è visto riconoscere il compostaggio domestico effettuato dai propri cittadini. Affinché i rifiuti oggetto di compostaggio domestico siano conteggiati come frazione differenziata è infatti necessario che i Comuni istituiscano un Albo compostatori, riconoscano uno sconto sulla Tari per le utenze virtuose e soprattutto siano in condizione di effettuare controlli su almeno il 15% delle utenze compostatrici. Quest’ultimo requisito è uno dei più dolenti: organizzare controlli a domicilio non ha solo costi elevati, ma si scontra anche con la carenza di personale e con la crescente diffidenza dei cittadini a far entrare estranei in casa propria.

Per risolvere queste criticità la Regione Liguria è stata una delle prime in Italia ad aver autorizzato, attraverso il DGR 501/2022, il ricorso a sistemi digitali per autocertificare l’attività di compostaggio e consentire la prevista riduzione della Tari per le utenze virtuose. Per garantire l’accuratezza e la completezza delle informazioni raccolte digitalmente, è stata successivamente pubblicata una circolare che indica quali elementi minimi devono avere le app implementate dai Comuni/Gestori. Tra questi requisiti c’è la possibilità di consentire l’invio di immagini georeferenziate per validare l’autocertificazione. 

Questa opportunità normativa è stata subito colta dagli operatori del settore Junker app e Sartori Ambiente per sperimentare soluzioni innovative in grado di rendere certificabile e misurabile l’attività di compostaggio eseguita a domicilio, grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini. 

Un progetto pilota è stato avviato a dicembre da AMIU per i 642mila residenti nei 31 Comuni del Bacino del Genovesato, tra cui il capoluogo regionale. In due mesi oltre 1000 utenze hanno aderito a questa sperimentazione, registrandosi, tramite l’app Junker, all’Albo compostatori digitale e autocertificando la propria attività. “Il numero di auto controlli effettuati tramite app – ha dichiarato Tiziana Merlino, dirigente stakeholder AMIU Genova – è stato nel 2023 simile a quello delle autocertificazioni tradizionali. Nel 2024 è già raddoppiato. Ma la cosa ancora più sorprendente è stata che 455 nuove utenze, di cui 195 nella sola Genova, si sono iscritte all’Albo compostatori digitale. Questo risultato dimostra che i cittadini sono pronti alla digitalizzazione per semplificare i rapporti con la PA”.

Il progetto di digitalizzazione del compostaggio domestico avviato da AMIU prevede il supporto tecnologico di Junker app. Scaricando gratuitamente l’app sul proprio smartphone, i cittadini possono avere non solo informazioni sempre aggiornate e validate su come differenziare correttamente i propri rifiuti, ma anche registrarsi all’Albo digitale compostatori, aggiornare il Comune sulla propria attività di compostaggio e allegare immagini georeferenziate a supporto. 

“Grazie alla tecnologia – sottolinea la co-fondatrice e responsabile comunicazione dell’app, Noemi De Santis – i cittadini si sentono gratificati e allo stesso tempo responsabilizzati, perché l’Albo Compostatori Digitale permette un aggancio reale tra lo svolgimento del compostaggio domestico e la riduzione sulla tariffa annuale dei rifiuti, alleggerendo i Comuni dall’onere di organizzare visite di follow-up a domicilio”.

Per chiudere il cerchio del digital composting, a Portofino è stata presentata anche l’innovativa compostiera Sartori Ambiente, in grado di digitalizzare un processo naturale  come la produzione del compost, attraverso il Qr Code univoco che la contraddistingue. Grazie all’integrazione con l’app Junker, scansionando il Qr Code, gli utenti possono avere accesso in tempo reale alle istruzioni di montaggio della compostiera, evitando così il consumo di carta, e alla Guida al compostaggio domestico, contenente tutte le info e i consigli per produrre un ottimo compost. 

Le compostiere Sartori Ambiente sono realizzate totalmente in polietilene riciclato e riciclabile, proveniente da rifiuti selezionati post-consumo da Revet, e certificate “Plastica Seconda Vita”. “Nella nostra realtà il compostaggio domestico è un percorso nel quale dedichiamo da sempre tempo e risorse per promuovere una pratica che produce benefici sia economici che ambientali”, ricorda Luca Torresan, Direttore Commerciale e Marketing di Sartori Ambiente.

L’auspicio emerso dal convegno è che il ricorso a strumenti digitali diventi una prassi da replicare a livello regionale, per ridurre le criticità nei controlli porta a porta e nella rendicontazione del compostaggio domestico, ma anche per promuovere, attraverso una spinta gentile ispirata alla Teoria dei Nudge, la diffusione di questa buona pratica, che rappresenta uno degli obiettivi del Piano regionale per ridurre la quantità di rifiuti prodotti

Ogni giorno un cittadino ligure produce in media 1,5 kg di rifiuti. Più di un terzo sono rifiuti organici. Gli scarti compostati in casa non entrano nel ciclo dei rifiuti urbani, abbattendo di conseguenza i costi economici e ambientali di gestione della frazione organica negli impianti di trattamento. Non solo. Come testimoniato da Arpal, specialmente nei piccoli Comuni, il calcolo del compostaggio domestico come frazione raccolta in modo differenziato potrebbe arrivare a innalzare fino all’8% la percentuale raccolta differenziata effettuata dai Comuni, riducendo l’ecotassa prevista per coloro che non superano il tetto del 65% di raccolta differenziata o addirittura consentendo di accedere alle premialità per i Comuni più virtuosi.