Economia circolare: nella ristorazione veloce, obiettivo 90% per il riciclo degli imballaggi in carta

Uno studio a cura di Duccio Bianchi, cofondatore di Ambiente Italia, sulla gestione dei rifiuti nei ristoranti McDonald’s di Milano, mette in luce le potenzialità del riciclo dei materiali cellulosici nei quick service restaurants: differenziata superiore all’80% dei prodotti cartacei impiegati (inclusi tovagliolini) e al 90% degli imballaggi, risultato possibile con l’alleanza tra produttore di imballaggi, operatori della ristorazione, della raccolta e dei consumatori

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Il consumo di cibo al di fuori delle mura domestiche rimane una pratica costante in Italia: nel 2022, considerando il totale del consumo alimentare, la percentuale di pasti consumati fuori casa è aumentata al 31%. Questa tendenza comprende una varietà di luoghi, tra cui bar, ristoranti, pizzerie e altri locali commerciali, con la ristorazione veloce che rappresenta circa il 7% delle visite totali.

La gestione circolare degli imballaggi è al centro di uno studio intitolato “Economia circolare e ristorazione veloce: raccolta e riciclo degli imballaggi cellulosici, il caso McDonald’s Italia”. Questo studio è stato curato da Duccio Bianchi su iniziativa di Comieco, il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica. La ricerca è stata presentata a Roma durante un convegno organizzato in collaborazione con McDonald’s e Seda International Packaging Group, alla quale hanno partecipato importanti figure, tra cui gli europarlamentari Mercedes Bresso e Massimiliano Salini. Questo argomento è di grande attualità anche in Europa, dove è in corso una discussione riguardo a una proposta di Regolamento sugli imballaggi che sta suscitando un ampio dibattito.

“Nel nostro paese sono molto diffuse buone pratiche di riciclo, specialmente di carta e cartone, che raggiungono ottimi livelli e prestazioni” – afferma l’On.le Mercedes Bresso. “Nella discussione in Parlamento europeo sul regolamento sugli imballaggi stiamo lavorando per difendere queste esperienze, rifiutando una contrapposizione a priori con il riuso, ma ricercando sempre il miglior risultato ambientale”.

I dati: nel “best case” la raccolta differenziata degli imballaggi cellulosici arriva fino al 90%

Nei ristoranti McDonald’s, la carta costituisce il 96,4% del totale degli imballaggi immessi al consumo. Si tratta di contenitori in fibra vergine (in Italia non è utilizzabile fibra da riciclo nel contatto con gli alimenti) in maggioranza monomateriale, che rappresentano una risorsa preziosa che può e deve essere valorizzata attraverso il riciclo.

Lo studio (ed il caso McDonald’s) dimostra che esiste un modello sostenibile di gestione dei rifiuti estendibile a tutta la ristorazione veloce in grado di garantire questo obiettivo grazie a: contenitori appositi per la raccolta differenziata, un servizio comunale dei rifiuti differenziati  puntuale e ben organizzato (con un numero di prelievi maggiore sulla carta e minore sull’indifferenziato), utilizzo di imballaggi rinnovabili e riciclabili e collaborazione degli operatori della ristorazione e dei consumatori che vanno attentamente informati e coinvolti.

“Abbiamo analizzato le performance di raccolta e riciclo dei rifiuti in sala in sei esercizi McDonald’s di Milano: la produzione dei rifiuti settimanale è in media di 485 kg di cui il 64% (310 kg) sono carta e cartone. Di questi materiali cellulosici oltre l’80% viene raccolto in maniera differenziata per essere avviato a riciclo” commenta Duccio Bianchi, autore dello studio. “Le analisi qualitative effettuate su questa frazione specifica, inoltre, evidenziano come la presenza di frazioni estranee e carta con livelli di contaminazione da cibo troppo elevati per il riciclo sia decisamente bassa, poco più del 2%”.

Una delle questioni che si pone in relazione alla riciclabilità degli imballaggi primari impiegati nei servizi “quick service restaurant” e per il “take away” è sicuramente la riciclabilità di prodotti a base carta accoppiati con polietilene. Gli imballaggi oggetto dello studio rientrano tutti in classe Aticelca A o B dove la componente carta è superiore all’80% cosa che li rende facilmente riciclabili.

“Questo studio conferma come la sinergia tra operatori della ristorazione, industria che progetta gli imballaggi secondo criteri di ecodesign, gli operatori della raccolta e i consumatori porti la filiera italiana del riciclo di carta e cartone ad essere un’eccellenza con ulteriori prospettive: sono già stati superati gli obiettivi UE al 2025 (75% tasso di riciclo) e stimiamo nel 2023 di raggiungere l’85% (ovvero il riciclo di circa 4,3 milioni di tonnellate di imballaggi in carta e cartone), in anticipo sul target fissato al 2030.” – commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco.

Qui lo studio “Economia circolare e ristorazione veloce: raccolta e riciclo degli imballaggi cellulosici” condotto da Duccio Bianchi