Packaging compostabile per l’agroalimentare: i risultati finali del progetto Abriopack all’Università di Camerino

Il 13 maggio si è tenuto presso l’Università di Camerino il convegno finale del progetto Abriopack, nato con l’obiettivo di realizzare packaging agroalimentare in bioplastica biodegradabile e compostabile adatto alla conservazione delle carni bianche, ottenute con metodi di produzione biologica antibiotic-free. L'iniziativa ha coinvolto il capofila Carnj sca della filiera Fileni, Arca Srl Benefit, Università degli Studi di Camerino, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, Novamont spa e dei consulenti tecnico scientifici Consorzio Italiano Compostatori (CIC), Cosmari e il Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale 'N. Strampelli' (CERMIS)

Packaging compostabile per l'agroalimentare

Il 13 maggio si è tenuto presso l’Università di Camerino il convegno finale del progetto Abriopack, nato con l’obiettivo di realizzare packaging agroalimentare in bioplastica biodegradabile e compostabile adatto alla conservazione delle carni bianche, ottenute con metodi di produzione biologica antibiotic-free. L’evento è stato l’occasione per presentare i risultati del progetto, finanziato dalla Regione Marche, nell’ambito del PSR 2014-2020 (Fondi FEASR) e coordinato dal Gruppo Fileni.

Il progetto “è nato dalla volontà della capofila Carnj sca della filiera Fileni ed ha raggiunto risultati assai interessanti grazie a tutti partner agricoli del gruppo Fileni, Arca Srl Benefit, Università degli Studi di Camerino, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche e Novamont spa e dei consulenti tecnico scientifici Consorzio Italiano Compostatori (CIC), Cosmari e il Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale ‘N. Strampelli’ (CERMIS) –  ha affermato Alessandro Tramontano, Coordinatore del progetto Abriopack e responsabile Filiera Estesa del Gruppo Fileni – Questa collaborazione ci ha permesso di sviluppare protocolli utili allo sviluppo di un allevamento antibiotic free e di sostituire i materiali tradizionali utilizzati nel packaging agroalimentare con un packaging biodegradabile, compostabile e rispettoso dell’ambiente. Oggi si conclude un progetto durato 4 anni e siamo stati orgogliosi di raggiungere risultati che hanno avuto riscontri commerciali, ma anche nel mondo scientifico a livello internazionale”.

Il ruolo di capofila del progetto è stato ricoperto da Carnj Società Cooperativa Agricola, appartenente al Gruppo Fileni. “Siamo orgogliosi di aver preso parte al progetto Abripack. I risultati ci consentono oggi di attuare importanti innovazioni anche nel nostro Gruppo, attraverso l’utilizzo di confezioni completamente compostabili per i prodotti della gamma Tradizione & Creatività” ha dichiarato Massimo Fileni, vice presidente Fileni Alimentare S.p.A.

Nel progetto sono stati coinvolti docenti e ricercatori della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria e della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università di Camerino. I quali hanno anche valutato gli effetti ed eventuali impatti nel medio periodo dell’applicazione sul suolo agricolo del compost ottenuto dallo smaltimento del biopackaging.

“Gli studi condotti – hanno sottolineato il Prof. Sagratini ed il Prof. Rossi a nome di tutto il team Unicam coinvolto – attestano che il nuovo packaging compostabile, biodegradabile e prodotto a partire da biopoliesteri è in grado di conservare la carne avicola antibiotic free durante tutta la sua shelf life (14 giorni) con la stessa efficacia di una classica vaschetta in Polietilene Tereftalato (PET). Un’innovazione tecnologica molto importante che va nella direzione di rispettare l’ambiente e allo stesso tempo di preservare la sicurezza del consumatore”.

Ulteriori studi sono stati realizzati dall’azienda Novamont, che ha svolto attività di ricerca e sviluppo per la creazione del packaging biodegradabile e compostabile idoneo al confezionamento di carni bianche. “Abbiamo partecipato al progetto Abriopack perché ne condividiamo lo spirito – ha affermato Daniele Turati R&D Innovazione Tecnologica & Chemometrics Manager di Novamont – Novamont è impegnata da molti anni nello sviluppo di soluzioni ready-to-go per l’imballaggio alimentare in cui la biodegradabilità in diversi ambienti rappresenta un valore aggiunto. In questi casi, l’utilizzo di bioplastiche compostabili permette di conferire questi prodotti, insieme al loro contenuto, nella raccolta differenziata del rifiuto organico, contribuendo così alla produzione di compost di qualità per la fertilità dei suoli e a migliorare la riciclabilità degli altri rifiuti”.

Le prove di compostaggio, durante la sperimentazione, sono state curate dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC), presso l’impianto Socio Cosmari. Il CIC nsegue da oltre 15 anni lo sviluppo dei manufatti biodegradabili e compostabili attraverso il proprio marchio “Compostabile-CIC” ed è impegnato da oltre 30 anni nella produzione di ammendanti organici che contribuiscono al mantenimento della salute e della fertilità dei suoli. “Le prove di compostaggio predisposte hanno avuto un esito positivo, dimostrando che gli imballaggi in plastica compostabile per alimenti appositamente progettati possono essere efficacemente inclusi nel processo di riciclo industriale“, sottolinea Marco Ricci, Senior Expert del CIC – Consorzio Italiano Compostatori.

Le novità apportate dalla ricerca del progetto Abriopack si inserisce in un contesto europeo che individua come obiettivo in agricoltura, nei piani strategici della PAC, anche l’innovazione. “Per l’Unione Europea l’accesso da parte degli agricoltori ai risultati della ricerca, dell’innovazione e lo scambio di conoscenze è l’unico modo per rendere l’agricoltura del futuro pronta alle nuove sfide in ambito di sostenibilità, cambiamenti climatici, redditività e crescita. Già dal 2016 la Regione Marche ha intravisto, nelle misure legate all’innovazione agricola del PSR, un’opportunità importante per il settore agricolo e ha stanziato in queste misure (16.1 e 16.2 del PSR) un budget di tutto rispetto di 32 milioni di Euro – ha sottolineato Andrea Albanesi, Responsabile Regionale delle misure di innovazione del Piano di Sviluppo Regionale – Oggi, a fine programmazione, la Regione Marche è al terzo posto in Italia come domande finanziate in innovazione e quarta come contributi erogati, questo a conferma che le Marche, seppur piccole in confronto alle grandi regioni agricole come l’Emilia Romagna, Sicilia, Veneto e Campania ha un potenziale e una voglia di innovazione molto alta e le aziende agricole e agroalimentari sono pronte a guardare al futuro”.