Trento verso il nuovo piano provinciale rifiuti, con il nodo inceneritore

Si punta alla riduzione del rifiuto urbano e a una raccolta differenziata di qualità. Entro la fine dell’anno la decisione sulla costruzione di un inceneritore con recupero energetico per evitare di dover esportare ancora i propri rifiuti

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Trento si avvia ad aggiornare il Piano provinciale dei rifiuti. Il documento è stato presentato il 15 marzo 2022 nella sede della Provincia autonoma di Trento ai rappresentati del Coordinamento provinciale imprenditori e sarà approvato a seguito di una fase di ascolto delle osservazioni che partirà dal 23 marzo. Si tratta del quinto aggiornamento, in vista della decisione che la Giunta dovrà prendere entro la fine dell’anno sulla costruzione di un inceneritore sul territorio, dopo aver ascoltato le istanze dei territori, dei cittadini e delle imprese con una serie di incontri organizzati dall’assessorato all’ambiente in tutto il Trentino.

Il Piano provinciale per i rifiuti presentato in sala Belli nella sede della Provincia autonoma di Trento (da sinistra Gabriele Rampanelli, Enrico Menapace, il vicepresidente Mario Tonina e Roberto Andreatta) [ Archivio Ufficio stampa PAT]

“La situazione attuale è diversa da quella di qualche anno fa, perché le discariche stanno completando il loro ciclo, e occorre quindi prendere una decisione – ha sottolineato il vicepresidente Tonina in apertura dell’incontro con il Coordinamento provinciale imprenditori – L’ipotesi sul tavolo, come è noto, è quella di un impianto di trattamento dei rifiuti con recupero energetico da realizzare nei prossimi anni e farlo, o in Trentino – se si troverà una condivisione – o attraverso il conferimento ad impianti fuori regione, ma con costi maggiori. Io ritengo che, per un motivo etico, la nostra provincia dovrebbe avere la responsabilità di gestire al proprio interno la questione dei rifiuti”.

Il dimensionamento dell’impianto dovrebbe essere tale da poter ricevere tutti i rifiuti trentini, con una capacità di gestione di 60.000 tonnellate massime, mentre si sta ragionando anche sul fronte della tecnologia da applicare. Prima di decidere, ci saranno una serie di valutazioni tecniche, accanto a una verifica degli aspetti economici relativi, tra l’altro, ai costi di realizzazione e gestione dell’impianto di trattamento con recupero energetico.

Due le ipotesi in campo proposte da FBK e Università, la prima per un termovalorizzatore e la seconda per un impianto senza combustione con gassificazione dei rifiuti e recupero di materie prime. La Giunta provinciale sulla base degli elementi raccolti nel Piano, degli ulteriori approfondimenti tecnici ed economici in corso nonché dei contributi provenienti dalla fase partecipativa, entro l’anno deciderà le strategie a lungo termine nella gestione della frazione indifferenziata dei rifiuti.

Gli obiettivi del Piano

Il piano punta a ridurre il rifiuto urbano pro capite, al netto dello spazzamento stradale, a 425 chilogrammi all’anno rispetto agli attuali 448 (a fronte di una media di produzione nazionale pari a 499) e garantire una raccolta differenziata almeno all’80% sia a livello provinciale che dei singoli bacini territoriali. Come si legge nella sintesi non tecnica del Rapporto ambientale redatto da Appa, nel 2019 la produzione totale dei rifiuti urbani nella Provincia Autonoma di Trento si è attestata a 283.461 tonnellate. In generale, dal 2001 al 2020 la produzione di rifiuto indifferenziato è passata da circa 240.000 tonnellate/anno a circa 60.000 tonnellate/anno; in modo speculare la raccolta differenziata è passata da circa 50.000 tonnellate/anno al valore attuale di circa 215.000 tonnellate/anno.

Se dal punto di vista quantitativo la raccolta differenziata risulta già aver raggiunto l’obiettivo richiesto dalla normativa nazionale (il 78 % rispetto al 65% richiesto dalla norma), rimane da intervenire sul miglioramento della sua qualità, in quanto all’interno dei rifiuti raccolti in modo differenziato vi è ancora la presenza di quantitativi elevati di impurezze.