Progetto Redalco: come si combatte lo spreco di cibo in Uruguay

Nel paese latinoamericano migliaia di persone non hanno le risorse necessarie per soddisfare i requisiti nutrizionali e calorici che consentono loro di condurre una dieta adeguatamente sana. Redalco è un'organizzazione no profit che recupera il cibo ancora in buono stato presso i grossisti dell’ortofrutta per distribuirlo alle popolazioni vulnerabili

redalco spreco alimentare

di Andrea Taffuri

Mentre il progetto “Carovana Salvacibo” compie un anno dalla sua nascita e continua la sua azione di recupero di frutta e verdura presso il CAAT (Centro AgroAlimentare Torinese) con ottimi risultati (246 tonnellate di cibo distribuite fra più di 54 realtà), dall’altra parte dell’oceano, il progetto Redalco ne persegue le stesse finalità, con una metodologia simile e con la stessa voglia di combattere lo spreco di cibo. In Uruguay, migliaia di persone non hanno le risorse necessarie per soddisfare i requisiti nutrizionali e calorici che consentono loro di condurre una dieta adeguatamente sana.

Redalco: RED de ALimentos COmpartidos

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Allo stesso tempo, ogni giorno vengono sprecate tonnellate di cibo che potrebbero essere destinate alla popolazione più vulnerabile. Se fossero recuperati i 125.000.000 di kg di frutta e verdura che vengono sprecati in Uruguay per motivi di forma, dimensione, colore o produzione in eccesso, si potrebbero fornire 3 piatti al giorno a tutte quelle persone che non hanno accesso al cibo. E’ proprio per tentare di risolvere questo problema che nel 2016 nasce Redalco (RED de ALimentos COmpartidos), la prima organizzazione sociale uruguaiana che recupera frutta e verdura in condizioni ottimali destinata al macero.

Il progetto è frutto dell’idea di alcuni studenti universitari che toccano con mano il quotidiano spreco di cibo nel Mercado Modelo di Montevideo. Dopo aver ottenuto i permessi necessari ed individuato le principali forme di spreco, l’azione di recupero è iniziata con delle semplici borse per il trasporto nelle loro case private, dove poi avveniva la classificazione del cibo e la distribuzione ad alcune organizzazioni sociali.

Nel 2020 distribuiti 310mila kg a più di 220 organizzazioni

Dopo aver svolto le prime attività di recupero, con l’aiuto di amici e familiari, gli studenti notarono che la quantità di cibo che veniva ancora sprecata era eccessiva. In media, il recupero si attestava su circa 100 chili di frutta e verdura al giorno, ma ce n’erano ancora molti altri da recuperare. Di lì a poco il progetto ha ampliato il suo raggio d’azione. Con i primi finanziamenti al progetto, il Mercado Modelo ha fornito lo spazio necessario per la classificazione dell’ortofrutta recuperata, mentre nel 2018 la ONG, dopo aver consolidato il modello operativo, ha acquistato un camion per la raccolta e la consegna delle eccedenze. Successivamente nel 2019 Redalco si è dotata di una cella frigorifera per il mantenimento dei prodotti ed ha iniziato il recupero anche direttamente nelle aziende agricole.

Nel 2020 l’arrivo della pandemia, l’azione di recupero non si è arrestata ma ha incrementato la sua azione, consegnando 310.000 kg di frutta e verdura a più di 220 organizzazioni sociali, tra cui più di 130 mense popolari nate pe r sopperire all’insicurezza alimentare, aumentata in maniera esorbitante durante il periodo di emergenza sanitaria.

Il modello operativo di Redalco

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Il modello operativo di Redalco si basa sull’azione di decine di volontari che si uniscono alle operazioni di recupero e redistribuzione ogni lunedì, mercoledì e venerdì. Il lavoro si struttura in tre fasi differenti: la raccolta del cibo dalle 500 bancarelle del Mercado Modelo; la separazione dei rifiuti nei diversi contenitori ed il trasferimento delle cassette di cibo verso la sede di Redalco dove poi avviene la classificazione; infine la distribuzione di frutta e verdura alle organizzazioni sociali che lavorano con la popolazione più vulnerabile. L’acquisto di un camion ha facilitato la logistica della distribuzione e anche l’andare nei campi a sollevare le casse.

Il progetto è stato pensato con la volontà di finanziarsi anche attraverso la collaborazione delle organizzazioni beneficiarie. Infatti queste organizzazioni donano per ogni cassetta ricevuta una cifra che oscilla tra i 120 $ (non Dollari americani ma Pesos uruguaiani, pari a circa 2,20 €) e i 150$ (2,80 €), una differenza di prezzo che varia a seconda se la cassetta viene consegnata a domicilio o meno. Il “prezzo” praticamente fisso che prescinde dalla varietà dei prodotti contenuti nella cassetta, in quanto il contenuto dipende da ciò che viene raccolto ogni giorno.

Durante questi cinque anni Redalco, oltre agli ottimi risultati, ha ottenuto un dialogo profondo ed un ripensamento nella mentalità di molti produttori: controllano il cibo più di prima, con molta più attenzione prima di buttarlo via, oppure regalando gli scarti tra i dipendenti. Questo traguardo è stato ottenuto attraverso un “dialogo profondo” con i produttori del Mercado Modelo, che trovano in Redalco un modo per ridurre lo spreco di frutta e verdura. Per il futuro Redalco vuole ambire ad effettuare una gestione globale dei rifiuti, separando quelli che sono in cattive condizioni per essere consumati per usarli per generare compost e quelli che sono in buone condizioni per essere consegnati alle organizzazioni sociali.