“Regioni padane a Bruxelles per affossare la nuova direttiva sulla qualità dell’aria”

A lanciare l'allarme sono l'Associazione Culturale Pediatri (ACP), Cittadini per l'Aria, ISDE, Clean Cities e l'European Environmental Bureau (EBB) che spiegano come il prossimo 24 maggio sarà una data fondamentale per la revisione della Direttiva. I governatori leghisti di Lombardia, Piemonte e Veneto sono attesi a Bruxelles per presentare una controproposta che "consentirebbe loro di fare poco o nulla per cambiare la situazione attuale, mantenendo l’Italia fanalino di coda in Europa per quanto riguarda la tutela della salute umana, la protezione ambientale e la qualità dell’aria"

direttiva sulla qualità dell’aria

Il prossimo 24 maggio sarà una tappa fondamentale per la nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria. I governatori leghisti di Lombardia, Piemonte e Veneto saranno a Bruxelles per presentare una proposta contrapposta, “che consentirebbe loro di non adottare azioni concrete per cambiare l’attuale situazione, che vede l’Italia in fondo alla classifica europea per quanto concerne la tutela della salute umana, la salvaguardia ambientale e la qualità dell’aria”.

Lo denunciano l’Associazione Culturale Pediatri (ACP), Cittadini per l’Aria, ISDE, Clean Cities e l’European Environmental Bureau (EBB): “Da mesi, mentre il testo base della nuova direttiva proposta dalla Commissione Europea è in fase di analisi da parte del Parlamento Europeo, i funzionari lombardi, presenti in Belgio o dislocati per l’occasione, stanno intraprendendo un’azione finalizzata a riformulare la proposta stessa, “minandone il senso e affossando il livello di tutela dei cittadini e della loro salute”.

Va ricordato che nel 2022, l’Italia, è stata condannata dalla Corte Europea di Giustizia e ha ancora una procedura di infrazione aperta, per il superamento sistematico e continuato dei valori limite di biossido di azoto (NO2) in alcune zone e città del Paese.

La revisione della Direttiva Europea sulla Qualità dell’Aria

Dal 2021, la Commissione Europea e il Parlamento Europeo, insieme ai Governi nazionali e alle associazioni ambientali e di tutela della salute, si sono impegnati nella revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria. Uno strumento regola la protezione dei cittadini europei dagli inquinanti atmosferici e l’azione degli Stati membri in quest’ambito.

Nel settembre 2021, la pubblicazione delle nuove Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) delle Nazioni Unite sulla qualità dell’aria, ha reso necessaria la revisione della direttiva. Le linee guida dell’OMS indicano che molti dei limiti attualmente in vigore in Europa sono superiori alle soglie al di sopra delle quali i ricercatori hanno individuato un impatto certo dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana.

Tale impatto si manifesta in ogni fase della vita, dall’inizio della gestazione, quando può causare alterazioni nello sviluppo fetale, fino agli ultimi anni di vita. Numerose patologie sono correlate alla cattiva qualità dell’aria, portando a un carico di malattie e decessi significativo secondo le ricerche epidemiologiche.

Come spiegato dalle associazioni, le principali proposte avanzate dalle Regioni, che si riflettono negli emendamenti proposti da alcuni parlamentari europei affiliati ai governi regionali in questione, mirano a ottenere flessibilità ed eliminare del tutto i limiti di legge sulle concentrazioni degli inquinanti atmosferici. “Questo creerebbe un quadro normativo confuso e pieno di deroghe, in cui un approccio serio alla questione della qualità dell’aria in Italia sarebbe costantemente rinviato”.

L’azione della Lombardia

“Il tentativo della Lombardia di ostacolare lo sviluppo di normative ambientali necessarie per affrontare l’inquinamento è in linea con le sue precedenti scelte politiche – dicono le ong – . La regione ha costantemente sottovalutato gli impatti dell’inquinamento sulla salute umana e ha depotenziato le politiche per ridurlo, come ad esempio favorendo l’uso dei mezzi di trasporto pubblico e limitando la circolazione dei veicoli inquinanti”.

“I cittadini lombardi, piemontesi e veneti – proseguono le associazioni – pagano il prezzo di queste azioni politiche, sia in termini di rischi per la salute che di bilancio sanitario regionale. Secondo la European Public Health Alliance (EPHA), l’impatto economico dell’inquinamento atmosferico ammonta mediamente a quasi 1300 euro per persona, che salgono a 2800 euro a persona in una città ricca ma inquinata come Milano”.

La novità di questa fase di discussione sulle nuove norme europee è che anche l’Emilia Romagna ha deciso di unirsi all’azione della Lombardia in Europa. Secondo le associazioni, “preoccupa il fatto che un europarlamentare del PD, l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati, abbia proposto emendamenti simili a quelli della Lega nella revisione della Direttiva europea, con l’apparente consenso della delegazione del PD a Bruxelles”.

Medici, ricercatori e ambientalisti

I medici e i ricercatori sono chiari nel denunciare gli impatti potenziali che un allentamento ulteriore della normativa europea sulla qualità dell’aria avrebbe sulla salute di tutti, a partire dai più vulnerabili: “Le conseguenze per la salute di tutti della flessibilità e delle deroghe richieste non sono irrisorie. Si tratta di bambini che nascono prematuri e si ammalano di asma ed infezioni, adulti con problemi cardiorespiratori, persone che vivono meno e muoiono prima. Migliaia di casi per ogni anno. Elasticità e proroghe costano sofferenza e malattia” dice Francesco Forastiere, esperto epidemiologo italiano che ha contribuito alla stesura delle Linee Guida dell’OMS.

“L’evidenza scientifica degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei bambini”, ricorda Elena Uga, referente del gruppo Pediatri per un Mondo Possibile (Pump) dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) “è chiara e convincente con un possibile impatto sulla salute anche in età adulta e, addirittura, transgenerazionale; se a questo si aggiunge come la  popolazione in età pediatrica risulti essere maggiormente suscettibile agli effetti legati all’esposizione ad inquinanti atmosferici, a causa di una combinazione di fattori biologici, comportamentali ed ambientali, diventa urgente e improcrastinabile programmare azioni efficaci e concrete per migliorare la qualità dell’aria”.

“Le richieste sono irresponsabili sia rispetto al tema della salute dei cittadini che rispetto al tema dell’impegno di riduzione delle emissioni nella prospettiva del cambiamento climatico”, commenta Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria. “L’impatto dell’inquinamento in Italia è il più elevato in Europa non per le condizioni orografiche della pianura padana, ma perché si sceglie quotidianamente di investire su azioni che generano inquinamento invece che sulle azioni che lo riducono. Il trasporto che deve consentire ai cittadini di muoversi nelle aree metropolitane con i mezzi pubblici, la combustione della legna che va eliminata e non incentivata invece come si sta facendo, l’agricoltura, e in particolare l’allevamento intensivo, è da ridimensionare e rendere sostenibile. Se non aderirà a una nuova direttiva ambiziosa oggi l’Italia potrebbe determinare un autogol clamoroso perdendo la partita più importante per il futuro dei suoi cittadini”.