Smog a Milano, WWF: “Dati allarmanti che obbligano i nostri amministratori ad agire su più fronti”

Secondo l'organizzazione ambientalista, sono quattro i fronti su cui è necessario intervenire per cercare di migliorare la qualità dell'aria nel capoluogo lombardo: traffico veicolare, riscaldamento, agricoltura e zootecnia

Smog Milano
Fonte: ANSA

Come riporta WWF, i dati diffusi da IQAir, che posizionano Milano tra le metropoli più inquinate al mondo, sono un campanello d’allarme che non può essere ignorato. È tempo di riflettere su ciò che non è stato fatto in passato e di agire con la massima urgenza per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente.

La qualità dell’aria a Milano è principalmente influenzata dal traffico veicolare e dalle emissioni degli impianti di riscaldamento. Tuttavia, l’inquinamento nella Pianura Padana è aggravato pesantemente da fattori quali gli allevamenti intensivi, l’agricoltura industriale e la combustione di biomasse, soprattutto in impianti obsoleti ed inefficienti.

I combustibili fossili sono il principale imputato. Il WWF sottolinea la necessità di modificare gli stili di vita, specialmente nei trasporti, nel riscaldamento domestico e nell’agricoltura. È imperativo agire radicalmente e tempestivamente. Va considerata anche la geografia e il clima della Pianura Padana, ma ciò non può essere una scusante, bensì un incentivo ad affrontare con urgenza un problema noto da anni. Ci troviamo di fronte a un altro allarme per la salute pubblica.

È giunto il momento di avviare una transizione ecologica ed energetica seria, con la salute dell’ambiente e delle persone al centro, poiché sono elementi fondamentali per il benessere sociale ed economico, come dimostrato dalle numerose evidenze scientifiche.

L’allarme sullo smog è stato emesso qualche giorno fa da IQAir, basandosi sull’Air Quality Index (AQI), un indice americano che combina i valori di diversi inquinanti misurati dalle centraline urbane (particolato fine, PM2.5 e PM10, biossidi di azoto e zolfo, ozono e monossido di carbonio).

Il WWF sottolinea che non sono solo i dati recenti di IQAir a confermare la scarsa qualità dell’aria, ma anche decenni di studi condotti dall’ARPA che hanno evidenziato numerosi superamenti dei limiti per PM10, PM2.5 e ossidi di azoto, con conseguenze gravi per la salute pubblica per settimane e giorni interi durante l’anno.