Stop ai sussidi ambientalmente dannosi entro il 2030, la Camera vota no

L'onorevole Rossella Muroni aveva presentato un emendamento al Decreto Ministri, appena votato alla Camera, in cui veniva chiesto di abolire i sussidi ambientalmente dannosi, stimati in oltre 35 miliardi di euro, che lo Stato Italiano destina ogni anno ad attività e beni per ridurre il costo di utilizzo di fonti fossili o di sfruttamento delle risorse naturali

Giovedì 8 aprile 2021 la Camera dei deputati ha approvato il cosiddetto Decreto Ministeri, ovvero il disegno di legge di conversione del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22 recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri (A.C. 2915). Il provvedimento istituisce il Ministero della transizione ecologica (che sostituisce il Ministero dell’ambiente), il Ministero del turismo, il Ministero della cultura (già Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo) e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (nuova denominazione del Ministero delle infrastrutture e trasporti). Inoltre, si attribuiscono al Presidente del Consiglio ulteriori compiti di promozione e coordinamento in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale. Il provvedimento passa ora all’esame dell’altro ramo del Parlamento.

Tra gli emendamenti alla norma ne era stato proposto uno da parte dell’onorevole di FacciamoEco-Verdi, Rossella Muroni, che riguarda un tema fondamentale all’interno del dibattito sulla sbandieratissima transizione ecologica, ovvero i sussidi ambientalmente dannosi. Com’è noto si tratta degli incentivi che lo Stato Italiano destina ogni anno, sotto forma di agevolazioni, finanziamenti o esenzioni, ad attività e beni per ridurre il costo di utilizzo di fonti fossili o di sfruttamento delle risorse naturali. Sussidi che hanno raggiunto la spaventosa cifra di 35,7 miliardi di euro, di cui larga parte va alle imprese, oltre 23 miliardi, e 12,5 miliardi alle famiglie. La quota più rilevante dei sussidi diretti riguarda il settore dei trasporti, per 11 miliardi; seguono l’energia con 10,6 e l’agricoltura con 0,1.

L’emendamento di Muroni chiedeva di abolire i sussidi ambientalmente dannosi entro il 2030. È stato respinto.