The Nest debutta al Teatro Astra di Torino: tra dimensione individuale e responsabilità collettiva

Al testo originale il duo artistico Dellavalle/Petris ha voluto integrare uno sguardo sulla contemporaneità. I dialoghi e le azioni sono contrappuntati da immagini-emblema del difficile rapporto contemporaneo tra uomo, tecnologia, economia e ambiente

the nest - il nido

Dal 21 al 26 settembre prosegue la programmazione settembre – dicembre del Teatro Astra con il primo allestimento italiano di The Nest – Il Nido: testo del drammaturgo tedesco Franz Xaver Kroetz, proposto nell’adattamento di Thea Dellavalle e Irene Petris. Lo spettacolo è sostenuto dall’impegno produttivo di TPE – Teatro Piemonte Europa ed ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione.  

Dopo i successi di Un ballo, Suzannah, The Dead Dogs – vincitore del bando Forever Young 2018 promosso dalla Corte Ospitale – e Euthalia, la compagnia DELLAVALLE/PETRIS si confronta ora con la drammaturgia [esteticamente] politica di Kroetz, curando la prima messinscena italiana del suo Das Nest, scritto nel 1975, manifesto critico della società tedesca del Secondo dopoguerra con il suo contraddittorio boom economico.

Una giovane coppia, Kurt e Martha. Un figlio in arrivo. Per mantenere uno standard di vita adeguato al modello di benessere proposto dalla società e sostenere l’impegno economico che la scelta di metter su famiglia comporta, Kurt acconsente a svolgere dei lavori extra per il suo capo. Senza sapere cosa contiene, riversa di nascosto il contenuto di un’autocisterna in un laghetto. Poche ore dopo viene chiamato in ospedale dove il figlio è stato ricoverato e rischia di morire a causa di ustioni provocate dalle acque contaminate del laghetto dove la mamma lo ha portato a fare il bagno. Kurt, che ha agito in modo inconsapevole ma ottuso, rischia di essere il responsabile della morte del figlio. La coppia esplode.

Il testo è stato rappresentato nel 2016 in Inghilterra, con la traduzione e l’adattamento di Conor McPherson, la regia di Ian Rickson e le musiche di PJ Harvey testimoniando di essere, a trent’anni dalla sua stesura, ancora molto attuale. La pièce appare come una sorta di apologo, in cui le conseguenze delle nostre azioni e della ricerca di un benessere che non si pone domande, si ripercuotono direttamente e tragicamente sul “nido” che si voleva proteggere. Questa circostanza diventa la leva che sposta il dramma dal piano personale a quello esistenziale sollevando una riflessione sulla responsabilità individuale e sulla possibilità di essere e sentirsi collettività, su come affrontare i condizionamenti sociali più e meno evidenti, senza indicare quale possa essere la soluzione ma ribadendo la necessità di non smettere mai di interrogarsi.

Scrittore di straordinaria prolificità, Kroetz si è avvicinato allo stile di Brecht, ma i suoi testi migliori restano quelli centrati sulla emarginazione e la solitudine di personaggi femminili, colti con struggente essenzialità. I suoi spettacoli raccontano di personaggi resi inespressivi, muti, inetti perché sommersi dalla loro stessa miseria sociale

Al testo originale, DELLAVALLE/PETRIS, con un’operazione di processo creativo partecipato, hanno voluto integrare uno sguardo sulla contemporaneità, raccogliendo – a partire da maggio 2021 – le suggestioni ricavate da una serie di videointerviste realizzate a giovani coppie. Un momento di confronto diretto con il mondo e con il pubblico attorno ad alcuni punti chiave: il rapporto col consumo, le prospettive del futuro, i limiti e i confini delle nostre azioni e delle nostre scelte. I dialoghi e le azioni del testo sono contrappuntati da immagini-emblema del difficile rapporto contemporaneo fra uomo, tecnologia, economia e ambiente.

Alla realizzazione dello spettacolo ha contribuito anche Mercato Circolare, attraverso il coinvolgimento delle realtà circolari della propria community, che hanno donato i propri scarti ed esuberi. Scatoloni di cartone da Verdessenza, scampoli di tessuto da Sartoria Gelso e Sartoria L’Orlando Furioso, oggetti, bottigliette, tappi di plastica e cavi elettrici dal Centro Remida e dall’Associazione Eco Dalle Città che, recuperati e valorizzati, hanno trovato nuova vita come parte della scenografia dello spettacolo.