Mercoledì 25 giugno 2025, presso l’NH Collection di Torino, si è tenuto il convegno “PFAS, strategia di intervento e pianificazione territoriale”, promosso dal Gruppo Dimensione Ambiente con il patrocinio di Confservizi Piemonte – Valle d’Aosta. Il Gruppo, realtà attiva nel settore ambientale e parte del Gruppo Capra, opera in Italia e all’estero nella gestione dei rifiuti, nell’economia circolare e nelle energie rinnovabili, coordinando una rete di società specializzate nella progettazione di impianti, discariche e nelle esportazioni transfrontaliere. L’incontro ha riunito istituzioni regionali, gestori del servizio idrico, tecnici del settore ambientale e rappresentanti di imprese, con l’obiettivo di analizzare le criticità legate alla contaminazione da PFAS e individuare soluzioni operative.
Per la Regione Piemonte, una delle prime a introdurre limiti specifici ai PFAS negli scarichi idrici, è intervenuto l’assessore Matteo Marnati che ritiene “necessario sostenere l’applicazione delle norme con strumenti tecnici e tempi adeguati“.
I gestori, tra cui SMAT e Acqua Novara VCO, hanno ribadito la necessità di intervenire a monte del ciclo idrico, regolando gli scarichi industriali in fognatura.
Dai dati presentati da Utilitalia, risulta che quasi il 40% delle aziende che scaricano in pubblica fognatura rilascia PFAS. Per il settore, questo dato evidenzia una diffusione trasversale della contaminazione e la necessità di interventi coordinati lungo tutta la filiera.
Controlli, monitoraggi e investimenti
Secondo Angelo Robotto, direttore della Direzione Ambiente della Regione, “i monitoraggi svolti da Acquapiemonte confermano la presenza diffusa dei PFAS in acque superficiali e reflui urbani. Il quadro richiede l’adozione di tecnologie avanzate per la rimozione degli inquinanti emergenti, anche in assenza di riferimenti normativi a livello europeo”.
Per Sandro Baraggioli, presidente di Confservizi Piemonte, “gli obiettivi della normativa regionale sono tra i più stringenti in Europa e devono essere accompagnati da un dialogo continuo tra pubblico e privato. Il tavolo di approfondimento annunciato dalla Regione potrà aiutare a comprendere meglio la natura degli inquinanti e a coinvolgere l’intero sistema ambientale e idrico”.
Il punto di vista delle imprese: complessità operative e tecnologie insufficienti
La seconda tavola rotonda ha visto protagonisti rappresentanti del settore industriale. Le imprese hanno sottolineato la complessità tecnica della gestione dei PFAS, in particolare nei percolati da discarica, la cui composizione è variabile e difficile da trattare.
Emanuele De Stefani (Agrigarden Ambiente) ha evidenziato “l’assenza di soluzioni economicamente sostenibili site-specific e la necessità di sviluppare impianti consortili, capaci di gestire il problema su scala più ampia. Le criticità normative tra Paesi, la mancanza di laboratori accreditati e l’assenza di standard europei chiari complicano ulteriormente il quadro”.
Costruire risposte nel triennio previsto
Con questo appuntamento, il Gruppo Dimensione Ambiente ha ribadito il proprio impegno nel promuovere un confronto tra attori istituzionali e industriali. Secondo il General Manager Umberto Cucchetti, il recente emendamento regionale rappresenta una finestra temporale di tre anni in cui occorre definire strategie operative e pianificazioni territoriali concrete.
L’obiettivo del Gruppo è quello di costruire una risposta strutturata alla gestione dei PFAS, partendo da un confronto tecnico e trasparente, e orientare gli investimenti futuri verso soluzioni durature.