Fare la differenza, un sacco di carta alla volta: il riciclo nella rivendita edile

Da sacco a rifiuto e da rifiuto a sacco, il progetto di economia circolare in edilizia in cui i rivenditori di materiali edili offrono un servizio virtuoso, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. L’Italia tra i paesi virtuosi del riciclo con un tasso del 72% contro una media europea del 53% e del 21% nell’uso di materia circolare contro il 12% europeo. Siamo tra i primi della classe con 8 imballi su 10 riciclati e nello specifico nel riciclo di carta abbiamo raggiunto nel 2021 il tasso del 85%

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Il nono Convegno Sercomated Incontra, intitolato “NELL’ERA DEL POST BONUS: Digitalizzazione, sostenibilità e formazione alla vendita: gli asset per la competitività della distribuzione edile”, ha sottolineato l’importanza di trasformare il settore verde in un business sostenibile. Durante l’evento, organizzato da Sercomated, società affiliata a Confcommercio e creata da Federcomated, sono stati affrontati diversi temi, tra cui il business del riciclo. Questo argomento ha suscitato particolare interesse nel contesto della riflessione sulla competitività della filiera edile in questa nuova fase post bonus.

L’Italia è fortissima nel riciclo “con un tasso di riciclo del 72% contro una media europea del 53%, anche nell’utilizzo in materia circolare siamo al 21% contro una media europea del 12% e nello specifico nel riciclo di carta abbiamo raggiunto nel 2021 il tasso del 85%, che era il target dato dall’Europa per il 2030, stessa cosa per gli imballaggi nel 2021 eravamo al 73% con un obiettivo europeo al 2030 del 70% mentre per il recupero dei rifiuti inerti dalla costruzione e demolizione i dati mostrano un 77,9% nel 2020 – racconta l’architetto Francesco Freri, presidente di Consorzio REC -. Si tratta di una grande opportunità e di un settore dai grandissimi numeri: più di 70 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione“.

L’iniziativa “FAI LA DIFFERENZA” del Consorzio REC, avviata in una decina di rivendite nella provincia di Milano, si concentra sul concetto di “rifiuto zero”, in particolare sugli imballaggi e i packaging, che sono i primi rifiuti prodotti nei cantieri edili e spesso smaltiti in modo errato o affidati a terzi. Per affrontare questo problema di smaltimento non corretto, le rivendite edili si sono unite all’iniziativa: “Abbiamo pensato che i centri preliminari alla raccolta, ovvero le piattaforme che i rivenditori di materiali edili allestiscono all’interno dei propri punti vendita, possono svolgere un ruolo centrale nel recupero di questi sacchi esausti. I sacchi vengono raccolti, recuperati da un camioncino appartenente al nostro partner GreenUp e consegnati per il trattamento, in modo da poter essere riutilizzati nella produzione di carta”, spiega Freri.

Crescita a doppia cifra, con 10 miliardi di fatturato e 80mila addetti, l’industria del riciclo offre anche soluzioni tecnologiche avanzate che arrivano dall’intelligenza artificiale per semplificare l’attività della rivendita: «Stiamo implementando nei punti vendita delle telecamere per la stima del peso, che fotografano il rifiuto e ne rilevano la qualità, aspetto fondamentale per poter essere reimmessi nel ciclo produttivo con i famosi End Waste».

Partner del progetto di riciclo del sacco sono anche Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica) per l’esperienza nel riciclo degli imballi, GIPSAC (Gruppo Italiano Produttori Sacci Carta) e Cartiere Saci che rende anche economicamente fattibile l’operazione.

Oltre alle rivendite, fondamentale l’apporto dei produttori di materiali da costruzione, in questo caso Mapei, soprattutto per la campagna di comunicazione dell’iniziativa “Fai la differenza, un sacco dopo l’altro. Fai la scelta giusta, scegli l’edilizia circolare”.

Passare dall’emergenza rifiuto all’eccellenza del rifiuto, con anche un’evidenza economica del processo di riciclo, è stato uno dei grandi risultati dell’Italia che è tra i Paesi virtuosi del riciclo, con 8 imballi su 10 che vengono riciclati.

A dirlo è Roberto di Molfetta, vicedirettore di Comieco: “Grazie al lavoro di Comieco e di tutti gli altri consorzi, coordinati da Conai, si garantisce su tutto il territorio nazionale la ripresa di tutti gli imballaggi, una remunerazione certa ai Comuni e alle aziende di raccolta che è basata non sul valore del materiale ma sulla partecipazione ai costi della raccolta. Un sistema che ha utilizzato uno dei punti di forza della filiera carta, ovvero il fatto di essere una filiera chiusa e circolare che si basa sul macero, affinando i processi di lavorazione per produrre delle carte di grande qualità, capaci di rispondere a tutte le esigenze dell’industria, che ha bisogno di imballaggi. Comieco ha gestito l’anno scorso due milioni di tonnellate di imballaggi provenienti dalla raccolta pubblica e sono 350 le piattaforme di primo trattamento che si occupano della prima lavorazione indispensabile per poi produrre una materia prima seconda che andrà all’industria utilizzatrice e industria cartaria”.

Da rifiuto a risorsa, la mission dell’economia circolare è portare, con la sostenibilità, anche risultati e benefici tangibili a tutta la filiera dalla cartiera alla rivendita: vantaggi economici, reputazionali, fidelizzazione della clientela e miglior posizionamento.

“Nelle zone fortemente urbanizzate il magazzino edile che offre questo servizio di raccolta compete meglio e cresce fino al 10% in fatturato e se è vero che il margine tra il conferimento e la vendita è oggi risicato può crescere nel tempo se riusciamo a non chiamarlo più rifiuto ma lo valorizziamo come materia prima seconda che consente di ottenere un ulteriore incremento di revenue – precisa Francesco Freri -. Quindi, i vantaggi economici che sostengono questo progetto ci sono e se pensiamo che in Italia abbiamo più di 70 milioni di tonnellate di rifiuto da costruzione e demolizione, conferirlo a 20 euro a tonnellata ci apre un potenziale mercato da 1 miliardo e mezzo. Sono sicuro che i magazzini edili capiranno le opportunità di questa iniziativa e con più saranno prossimi al micro-cantiere con più questo progetto avrà valore, il 90% delle tonnellate di rifiuti da C&D sono generate infatti da ristrutturazione e manutenzione e la raccolta di questa micro-cantieristica può farla solo il magazzino edile”.