I produttori aumentano i prezzi delle auto piccole mentre dicono che lo standard Euro7 sarà troppo costoso

Lo denuncia T&E in un nuovo report dove - in attesa del voto che effettuerà in plenaria il Parlamento europeo il prossimo 8 novembre sugli Euro 7 - si legge come: "Le cinque maggiori case automobilistiche europee hanno aumentato i prezzi dei loro modelli più economici in media del 41% dal 2019. I prezzi sono aumentati ben al di sopra dei livelli di inflazione o del costo delle materie prime e di altri componenti. Ciò avviene in un momento in cui le case automobilistiche si sono battute per far deragliare le nuove misure antinquinamento che costano 200 euro per auto. Questa è la prova che non hanno a cuore la salute dei cittadini"

Il prossimo 8 novembre il Parlamento europeo si riunirà in plenaria per votare la posizione finale sull’Euro 7. Successivamente verranno avviati i negoziati con la Commissione europea e il Consiglio europeo. Secondo Transport & Environment: “Questa sarà l’ultima occasione per aumentare le ambizioni sia per l’Euro 7 che per la salute pubblica in Europa”. In attesa del voto, la Federazione europea per i trasporti e l’ambiente, analizzando i dati di una nuova analisi sui prezzi delle industrie automobilistiche ha fatto sapere che:

Le cinque maggiori case automobilistiche europee hanno aumentato i prezzi dei loro modelli più economici in media del 41% dal 2019. Quasi il doppio del tasso cumulativo di inflazione durante questo periodo. Il prezzo di una Peugeot 208, Seat Ibiza e Renault Twingo è aumentato di quasi 6.000 euro, con un aumento del 37-56%; i modelli più premium Mercedes classe A e B sono aumentati di oltre 10.000 euro (rispettivamente +38% e +37%). I prezzi sono aumentati ben al di sopra dei livelli di inflazione o del costo delle materie prime e di altri componenti”.

“L’aumento dei prezzi – continua T&E – ha visto le case automobilistiche realizzare profitti record per 64 miliardi di euro lo scorso anno e quest’anno hanno emesso dividendi record per azioni pari a 27 miliardi di euro. Ciò avviene in un momento in cui le case automobilistiche si sono battute per far deragliare le nuove misure antinquinamento – lo standard Euro 7 – che costano 200 euro per auto, sostenendo che è troppo costoso sia per loro che per gli altri consumatori e ciò comporterà un aumento dei prezzi insostenibile”.

Anna Krajinska, responsabile delle emissioni dei veicoli e della qualità dell’aria presso T&E, ha dichiarato: “Questi aumenti sono molto al di sopra dell’inflazione e di altri costi, consentendo alle case automobilistiche di realizzare profitti record a scapito dei consumatori. Hanno anche combattuto con le unghie e con i denti contro le tecnologie antinquinamento salvavita che costano solo 200 euro per auto. È la prova che per le case automobilistiche europee il profitto verrà sempre prima delle persone”.

La Commissione Europea – ricorda la nota di T&E – nel 2022 ha proposto una nuova legge, l’Euro 7, che ridurrebbe l’inquinamento provocato da automobili, furgoni, autobus e camion. La proposta salverebbe migliaia di vite dall’inquinamento atmosferico e migliorerebbe la qualità dell’aria per tutti i cittadini europei. Tuttavia, l’industria automobilistica ha lanciato un incessante sforzo di lobbying per eliminare l’Euro 7. Uno degli argomenti centrali che sostengono è che è troppo costoso e renderà le auto – soprattutto i modelli più piccoli ed economici – inaccessibili per i consumatori. Mentre le case automobilistiche hanno sistematicamente aumentato il prezzo delle loro auto, il Consiglio Europeo e la Commissione Ambiente del Parlamento hanno creduto alla narrativa del settore, annacquando le proposte originali, relativamente deboli, dell’Euro 7 della Commissione Europea. Senza azioni volte a invertire questa tendenza, entro il 2035 verranno vendute 100 milioni di auto altamente inquinanti che circoleranno sulle strade europee per i decenni a venire.

Anna Krajinska ha concluso come: “I produttori di automobili hanno sfruttato l’opportunità di un mercato inflazionistico per aumentare i prezzi per i consumatori oltre l’acquisto per rafforzare sostanzialmente i propri profitti. Allo stesso tempo hanno condotto una campagna contro la tecnologia economica e facilmente disponibile che avrebbe migliorato la qualità dell’aria per tutti. Il Parlamento europeo ha un’ultima possibilità per porre fine a questa grave ingiustizia. Deve agire nell’interesse di tutti gli europei, non solo dell’industria automobilistica”.