Inceneritore Roma, annullato via libera ai pozzi idrici: “Necessaria nuova valutazione”

La Regione Lazio ha revocato la determinazione del 18 settembre 2025 che autorizzava quattro pozzi di approvvigionamento idrico per il futuro inceneritore di Santa Palomba. La nuova determinazione n. G13304 del 14 ottobre 2025 richiede un riesame tecnico e ambientale del progetto, con particolare attenzione alla compatibilità dei prelievi idrici con la normativa regionale vigente

Inceneritore Roma, la Regione Lazio annulla il via libera tecnico ai pozzi idrici: "Necessaria nuova valutazione"
Credit foto: Roma Capitale

La Regione Lazio ha annullato la determinazione che, lo scorso settembre, aveva dato il via libera tecnico al sistema di approvvigionamento idrico previsto per il futuro inceneritore di Roma. Con la nuova determinazione n. G13304 del 14 ottobre 2025, la Direzione Regionale Lavori Pubblici e Infrastrutture ha revocato la precedente determinazione n. G11953 del 18 settembre 2025, ritenendo necessario procedere a una nuova valutazione tecnica e ambientale del progetto.

La determinazione di settembre — firmata dalla Direzione “Ciclo delle acque – concessioni idriche” — costituiva il parere della Regione Lazio sui consumi idrici dell’impianto di Santa Palomba, parte del procedimento di Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (P.A.U.R.) relativo al cosiddetto “Parco delle Risorse Circolari”, proposto dalla società RenewRome S.r.l. per conto di Acea. In quell’atto veniva di fatto concessa la realizzazione di quattro pozzi di profondità.

Con la nuova determinazione del 14 ottobre, la Regione ha però deciso di annullare il parere precedente per riesaminare gli aspetti idrici e ambientali del progetto. Nelle motivazioni ufficiali si richiama la necessità di verificare la compatibilità dei prelievi e degli approvvigionamenti idrici con la normativa vigente, in particolare con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 445 del 16 giugno 2009, che tutela i laghi di Albano e Nemi e gli acquiferi dei Colli Albani da captazioni non sostenibili.

Tra le motivazioni indicate rientrano anche la necessità di acquisire ulteriori documentazioni e certificazioni tecniche da parte di ACEA ATO 2, gestore del servizio idrico integrato, e di garantire la coerenza con la normativa vigente in materia di risorse idriche e sicurezza ambientale.

Articolo precedenteCircolarità del tessile e rifiuti alimentari, in vigore revisione della Direttiva Ue
Articolo successivoMilano, rigenerazione sostenibile per l’ex Mercato Selinunte, parte il percorso partecipativo