Città 30, flash mob a Napoli delle organizzazione ambientaliste

Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania: "questa manifestazione vuole ribadire con forza la necessità che la città si occupi senza ulteriori indugi della sicurezza stradale e della possibilità, soprattutto per le utenze fragili, di potersi muovere senza rischiare la vita compiendo uno dei gesti divenuti più pericolosi in città, attraversare la strada". Le organizzazione chiedono diverse misure, come il restringimento della carreggiata, la realizzazione di piste ciclabili e, dove utile, l'individuazione di dossi per indurre la diminuzione della velocità delle auto

Napoli Città 30

È sbarcata a Napoli la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento”, organizzata da Legambiente nell’ambito della Clean Cities Campaign. Giovedì 15 febbraio, diverse organizzazioni tra le quali Legambiente Campania, Cicloverdi, Fiab Napoli, Napoli Pedala, Napoli Bike Festival, Greenpeace gruppo locale Napoli, Rete sociale Nobox e No Comitato per la Ztl Dante si sono ritrovate in via Foria per chiedere che anche il capoluogo campano diventi una Città 30.

Il luogo scelto per il ritrovo, oltre ad essere un’arteria centrale per la città, ha anche un significato simbolico. Infatti, poche settimane fa, una signora di 68 anni, mentre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali, è stata travolta e uccisa da un’auto in corsa. A Napoli, negli ultimi diciotto mesi, sono 17 i pedoni uccisi da auto e scooter. Persone che, come ha commentato Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania, hanno perso la vita attraversando sulle strisce: “la Città 30 rappresenta una sicurezza per tutti, pedoni, automobilisti e in generale per tutti gli utenti della strada”.

“Andare a 30 km/h – spiega Luca Simeone, presidente Napoli Pedala – significa salvare in otto casi su dieci una vita umana, a 50 km/h questa percentuale si ribalta”. Simeone lancia quindi una domanda provocatoria: “vogliamo salvare vite o vogliamo correre inutilmente?”.

Ferro, ha spiegato che: “la manifestazione vuole ribadire con forza la necessità che la città di Napoli si occupi senza ulteriori indugi della sicurezza stradale e della possibilità, soprattutto per le utenze fragili, di potersi muovere senza rischiare la vita compiendo uno dei gesti divenuti più pericolosi in città, attraversare la strada. La realizzazione della “Città 30” impone delle scelte come il restringimento della carreggiata, la realizzazione di piste ciclabili e, dove utile, l’individuazione di dossi per indurre la diminuzione della velocità delle auto; queste sono solo alcune delle soluzioni possibili e di facile attuazione che consentirebbero alla città di Napoli di garantire sicurezza ai suoi cittadini”.

Per la presidentessa di Fiab Napoli, Maria Teresa Dandolo, bisogna agire dal punto di vista educativo, che è la cosa principale: “attraverso la Città 30 proponiamo di rallentare tutti, di far rallentare le auto e di dare maggiore spazio alle persone”.

In occasione della tappa di Napoli, Legambiente ha inoltre presentato i dati sull’inquinamento atmosferico e le performance locali sui principali indicatori di mobilità urbana. Napoli ha solo sei anni per abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinanti atmosferici e diventare una vera clean city entro il 2030.

Entro il 2030, Napoli dovrà ridurre del 28% il PM10, del 33% il PM2.5 e del 48% l’NO2 per rispettare i limiti previsti dalla nuova direttiva sulla qualità dell’aria. Intervenire sul traffico e sulla mobilità è fondamentale, considerando che il tasso di motorizzazione è elevato, con ben 60 auto ogni 100 abitanti. Il trasporto pubblico locale rappresenta solo il 26% degli spostamenti.

Legambiente ha spiegato che la limitata disponibilità del trasporto pubblico ha ripercussioni sulla vita sociale ed economica, influendo sulla scarsa accessibilità ai servizi di prossimità. Infine, secondo l’Osservatorio Stili di Mobilità di Legambiente ed IPSOS, Napoli è la città più colpita dalla precarietà nella mobilità.