Consumi in crescita per le plastiche riciclate in Italia

I risultati dello studio commissionato da IPPR a Plastic Consult sull'utilizzo di plastiche riciclate da parte dei trasformatori mostrano che nel 2022 i volumi in Italia sono cresciuti di circa 50.000 tonnellate (+4%), raggiungendo 1,327 milioni di ton, per il 71% post-consumo e il restante 29% da sfrido industriale (pre-consumo)

Immagine del palmo di una mano che tiene scaglie di plastiche riciclate

Cresce in Italia l’uso della plastica riciclata. Lo dice Corepla che sul suo sito pubblica i risultati dello studio commissionato dall’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo IPPR a Plastic Consult, dal quale si evince che nel 2022 i volumi di plastiche riciclate trasformate nel Paese sono cresciuti di circa 50.000 tonnellate (+4%), raggiungendo 1,327 milioni di ton, per il 71% post-consumo e il restante 29% da sfrido industriale (pre-consumo). Di seguito, suddivisi per macro aree, i principali dati dello studio.

Consumi per polimero

Per quanto concerne la distribuzione dei riciclati per famiglia polimerica, il polietilene fa la parte del leone con il 33% tra alta e bassa densità (quest’ultima cresce del +13% rispetto al 2021), seguito a ruota dal polipropilene con il 26%, in leggero decremento (-1%); nel complesso, quindi, le poliolefine rappresentano quasi il 60% del totale. Il PET vale circa il 17% (in leggero calo, -1,3%), mentre PVC e polistirene (rigido ed espanso) raggiungono entrambi il 6% del totale, in calo del -1,2% il primo, in aumento del +9% circa il secondo. Si segnala, inoltre, un incremento dei misti poliolefinici (+12,8%) che ammontano complessivamente al 12% del consumo totale.

Settori applicativi

Fibre, imballaggi e costruzioni hanno chiuso tutti in positivo, con incrementi compresi tra il +6 e il +10%. Solo casalinghi, mobile e arredamento mostrano, aggregati, un segno negativo (-6,8%). In termini assoluti, il settore del packaging è il mercato prevalente dei riciclati, con il 35% del totale, seguito da edilizia con il 26%, quindi igiene e arredo urbano (13%) e casalinghi, mobile e arredamento (10%). Agricoltura, tessile e articoli tecnici valgono, ognuno, tra il 3 e il 4%.

Tasso di utilizzo dei riciclati

Nel complesso, poco più del 20% di riciclato entra nei prodotti rispetto al materiale vergine, con un potenziale – considerando restrizioni normative e limiti tecnici – pari a un ulteriore 10%. La situazione non è però omogenea: si va dal 28% del PET (grazie soprattutto a bottiglie e imballaggi) al 12% del PVC, con quote intorno al 20% per le poliolefine.

Luci e ombre

Sul primo piano, ci si aspetta una spinta dagli obiettivi di recupero e riciclo europei, così come dai CAM nazionali e dagli impegni volontari dei grandi marchi. Dovrebbero giocare a favore di un maggior uso di riciclati anche le nuove frazioni della raccolta differenziata, come vaschette PET, o imballaggi in polistirene compatto. È prevista in aumento anche la disponibilità di materiale post-consumo rigido (soprattutto PP e miste) con qualità superiore e più costante, idonea ad applicazioni anche tecniche. Giocano invece contro il possibile ulteriore rinvio o la cancellazione della plastics tax nazionale, come pure una contrazione della domanda di rigenerati a livello europeo e – soprattutto – il declino delle quotazioni delle plastiche vergini, già tornate in molti casi ai minimi del 2020; una dinamica che si scontra con la rigidita dei prezzi dei riciclati, caratterizzati da costi fissi incomprimibili sotto una certa soglia, pur in un contesto di progressivo rientro dei costi energetici. Vanno aggiunti anche a questo quadro, la ridotta disponibilità di pre-consumo, a prezzi più alti e, nel medio periodo, una disponibilità insufficiente anche di post-consumo a causa dela forte domanda.

Una buona notizia, che rafforza il settore, sono i numeri in crescita dell’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo IPPR, infatti nel corso della loro ultima assemblea, è stato fatto il punto sulle attività dell’Istituto che ha visto negli ultimi anni una significativa crescita dei suoi membri, passati dal centinaio del 2018 ai 268 di quest’anno. Considerando i soli licenziatari, 191 sono trasformatori e 54 riciclatori di materie plastiche.

Bene i prodotti certificati Plastica Seconda Vita (PSV) che hanno fatto un balzo rilevante dai 3.000 del 2019 agli 8.000 attuali. Prevalgono gli imballaggi con quasi 2.500 prodotti certificati e una media di contenuto di plastica riciclata del 70%. Ottimi dati anche dal settore Edilizia e costruzioni, con 1.260 certificati e Arredo urbano con un migliaio di prodotti Plastica Seconda Vita a catalogo. Dati questi che denotano una forte vivacità e interesse nei manufatti in materie prime seconde.