Direttiva SUP, Arcelli: “Non consumeremo più 20 miliardi di stoviglie all’anno”

Perché in Italia si consumano così tante stoviglie monouso e perché il monouso si ridurrà comunque? Ne parliamo con il direttore di Plastic Consultans, Paolo Arcelli, a pochi giorni dell'entrata in vigore della direttiva europea sulle plastiche usa e getta

Parliamo della situazione delle stoviglie monouso – alla vigilia della entrata in vigore della direttiva Sup – con il direttore di Plastic Consult, Paolo Arcelli.

Quanti piatti monouso di plastica si consumano abitualmente in Italia?

Non c’è un numero preciso e va considerato che sono oggetti leggerissimi, il che è anche uno dei motivi del successo che hanno avuto. Ricordo però che una stima recente, ma comunque prima del Covid era di 100 mila tonnellate all’anno in Italia. Si intendono 100 mila tonnellate di piatti posate e bicchieri tutti insieme. Ma il consumo è poi calato per effetto delle tendenze antiplastica, delle tendenze al biocompostabile e dei lockdown. (Nota della redazione: con un peso medio di 5 grammi per pezzo si tratterebbe di 100 miliardi di grammi, quindi di 20 miliardi di pezzi, tra piatti bicchieri e posate. Si può esemplificare in un pezzo al giorno in media per ogni abitante in Italia).

Si può dire che l’Italia, in proporzione agli abitanti è uno dei paesi che consuma più piatti monouso al mondo?

Non ci sono classifiche disponibili. C’è da tener presente però un fattore che spesso si dimentica, e che è alla base della abitudine alla stoviglia monouso nell’Europa Meridionale. La nascita di questa abitudine è legata alla carenza di acqua e di impianti idrici che rendeva – e in parte ancora rende – difficoltoso lavare i piatti riutilizzabili. Poi certo, la comodità e il basso prezzo hanno fatto il resto.

E di colpo si passerà all’uso delle sole stoviglie biocompostabili? Siamo pronti?

Solo parzialmente. Certo, si sapeva da anni che si sarebbe arrivati a questo punto. Federdistribuzione si era già impegnata a far sparire dai supermercati i piatti di plastica “tradizionale” ma è accaduto finora solo per alcune catene. I produttori sanno che si devono adeguare, ma certo la divergenza con Bruxelles sulle bioplastiche ha messo incertezza e confusione.

Ma si continua a produrre per fare scorte da vendere poi per mesi o anni?

La regola dice che si potranno vendere ancora solo le stoviglie prodotte e acquistate (dai grossisti) prima del famoso 3 luglio. E per la verità non ci risulta una gran corsa a produrre,  perchè nel frattempo si è impennato il prezzo delle materie prime e queste stoviglie vanno vendute a prezzi bassissimi. 

Si continuerà a consumare molte stoviglie monouso, però compostabili secondo la interpretazione italiana della Sup?

Non credo. Per quanto si sforzino di produrle e venderle a prezzi bassi, le stoviglie bio-compostabili costano almeno il triplo di quelle di polistirolo espanso. Questo aumento dei prezzi porterà inevitabilmente a una riduzione del monouso.