FitFor55: secondo le ONG è un regalo di Natale per l’industria fossile

Invece di guidare il mercato per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi che mira a limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, la Commissione europea sta facendo concessioni dannose alle aziende inquinanti del settore fossile. Questo è quanto afferma l’EEB dopo aver preso visione del secondo pacchetto FitFor55 dell’UE

FitFor55

Con il rilascio della seconda parte del pacchetto FitFor55, la Commissione europea sta compiendo un passo importante nel percorso del Green Deal europeo. Volto a portare l’UE sulla buona strada verso l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, il pacchetto legislativo presentato dall’esecutivo di Von Der Leyer, contiene meriti significativi che, ancora una volta, sono rovinati da compromessi in favore dell’industria fossile.

Patrick the Brick, vice segretario generale e direttore della politica dell’UE presso l’EEB, ha affermato che questo pacchetto è stato fondamentale per accelerare la transizione verso un sistema energetico decarbonizzato, portando a due settori altamente inquinanti, l’edilizia e l’agricoltura. Eppure, la Commissione europea, ha ceduto terreno agli inquinatori dell’industria.

L’industria fossile è riuscita a imporre per decenni la scelta del gas per le abitazioni. Eppure sono disponibili alternative rinnovabili e pronte a sostituire le caldaie a gas per il riscaldamento casalingo. Inoltre, la revisione della direttiva sull’edilizia sul rendimento energetico potrebbe consentire alle imprese edili di eludere il principio “chi inquina paga”. Questo perché non affronta efficacemente la circolarità e le emissioni insite nei materiali da costruzione e nel loro trasporto.

Le ONG sono anche critiche nei confronti dei due pacchetti più promettenti per la riduzione dei gas serra: quello sui cicli del carbonio e sulle emissioni di metano, che sono molto al di sotto delle ambizioni e comportano gravi strozzature.

Il campo di applicazione proposto per il nuovo regolamento sul metano è così ristretto che copre solo circa il 19% delle emissioni di metano dell’UE, quelle provenienti dal settore dei gas fossili, mentre i principali settori che emettono metano, come ad esempio l’allevamento e la gestione dei rifiuti, rimangono irrisolti. L’impatto del metano sui cambiamenti climatici è 84 volte superiore alla CO2 e solo l’inquinamento atmosferico da metano ha causato 14.000 morti premature nell’UE nel 2016.

L’EEB accoglie però con una nota positiva la pianificazione congiunta a livello nazionale delle reti elettriche, del gas e dell’idrogeno. Questo dovrebbe aiutare a eliminare gradualmente il gas ridondante dai settori in cui l’energia rinnovabile può ridurre rapidamente le emissioni e indirizzare meglio gli investimenti.