Inceneritore di Roma, il 5 luglio 2023 l’udienza del TAR sui 5 ricorsi presentati

In attesa dell'udienza del TAR del 5 luglio 2023 in merito ai 5 ricorsi sull'inceneritore di Santa Palomba promosso dalla giunta Gualtieri, la Rete Tutela Roma Sud ribadisce il NO all'impianto e riporta in una nota le preoccupazioni dei comitati e delle associazioni che rappresenta. "Il ricorso può salvare la Città di Roma da un errore in grado di rovinare un territorio di pregio per sempre. Questo tipo di impianti non sono finanziabili con risorse comunitarie perché producono un danno significativo all’ambiente. Dal 2028 saranno disincentivati anche dal sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'Unione Europea (ETS) e i Romani dovranno pagare per le emissioni di CO2 prodotte"

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Credit foto: Rete Tutela Roma Sud

Nella giornata del 5 luglio 2023, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha fissato l’udienza in merito ai cinque ricorsi sull’inceneritore in via Flaminia, 189 alle ore 10:45.

La Rete Tutela Roma Sud ha fatto sapere che: “all’uscita dall’udienza i Sindaci di Albano Massimiliano Borelli e di Ardea Maurizio Cremonini, nonché il Forum Ambientalista, che rappresenta le associazioni del territorio riunite nella Rete Tutela Roma Sud, e le Aziende agricole, che difendono soprattutto la salubrità dei propri prodotti, per impedire che le sostanze inquinanti possano risalire la catena alimentare fino ai consumatori finali, soprattutto bambini (assistiti dall’Avvocato Claudio Tamburini), si metteranno a disposizione per conoscere i dettagli del Ricorso”.

Il ricorso può salvare la Città di Roma da un errore in grado di rovinare un territorio di pregio per sempre. Ricordiamo – continua la Rete Tutela Roma Sud -, che questo tipo di impianti non sono finanziabili con risorse comunitarie perché producono un danno significativo all’ambiente e, inoltre, dal 2028 saranno disincentivati anche dal sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’Unione Europea (ETS), in base al quale i Romani dovranno pagare per le emissioni di CO2 prodotte, invece di essere pagati per le materie prime differenziate. Il risultato a livello europeo è una progressiva riduzione di questo tipo di impianti, gradualmente sostituiti da impianti di riciclo”.

“Desta preoccupazione anche il sistema dei controlli per gli inceneritori esistenti, l’ultimo caso è quello di Livorno dove ancora una volta è la cittadinanza attiva a costringere le istituzioni competenti a effettuare controlli, che puntualmente fanno emergere irregolarità. Nel 2022, ad esempio, l’Agenzia sanitaria regionale francese ha imposto il divieto di consumo di uova provenienti da allevamenti a terra nell’area dell’inceneritore d’Ivry-Parigi a causa dei livelli di diossina riscontrati. Nel 2018 l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha stabilito che i limiti di diossina negli alimenti sono insufficienti a tutelare la salute umana e vanno ridotti di 7 volte. A distanza di 5 anni, mentre gli Stati membri cercano un accordo per recepire tale indicazione nei Regolamenti, l’indicazione scientifica resta: i limiti di emissioni inquinanti non tutelano la salute delle persone“, ha concluso Rete Tutela Roma Sud in attesa dell’udienza del 5 luglio 2023.