Inceneritore Roma, associazioni in piazza: “Impianto insostenibile per ambiente ed economia”

Sabato 24 febbraio, durante la nuova manifestazione contro l'inceneritore di Santa Palomba che si è tenuta ad Albano Laziale, Rete Tutela Roma Sud ha ribadito come: "I romani, devono sapere che il termovalorizzatore non è la migliore soluzione possibile e che è insostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico"

Credit foto: Rete Tutela Roma Sud

Sabato 24 febbraio, associazioni, comitati e sindaci dei Comuni a Sud della Città Metropolitana di Roma sono di nuovo scesi in piazza contro l’inceneritore da 600.000 tonnellate voluto dalla Giunta Gualtieri. La manifestazione si è tenuta ad Albano dove, durante il talk, Rete Tutela Roma Sud ha ribadito che: “I cittadini di Albano raggiungono l’80% di differenziata con una purezza superiore al 90%. La stessa Albano, quindi, ha espresso la sua contrarietà in ogni sede: tribunale, consiglio comunale e valutazione ambientale. Manca l’incontro con il sindaco metropolitano, che si nega”.

“Adesso – ha proseguito la Rete – serve dire la verità ai romani, devono sapere che il termovalorizzatore non è la migliore soluzione possibile e che è insostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico. Per questo a novembre abbiamo cominciato ad organizzare incontri informativi, andando nel IX municipio, nel Quartiere di Spinaceto”.

A marzo organizzeremo quel dibattito pubblico con le associazioni romane, finora negato da Gualtieri, per dire finalmente la verità”, ha concluso la nota di Rete Tutela Roma Sud a fronte della manifestazione del 24 febbraio.

Nel frattempo, un’ulteriore nota di Rete Tutela Roma Sud ha fatto sapere che: “Lunedì pomeriggio sarà presso la facoltà di ingegneria a Tor Vergata, in occasione di un convegno pro inceneritore per condividere dubbi e perplessità con studenti e professori. La normativa europea prevede siano valutate più alternative, si tratta di un processo fondamentale per favorire l’innovazione e scegliere la soluzione migliore. Perché non è stato fatto? Le tecnologie vecchie saranno collaudate, ma se non vengono messe in discussione non c’è spazio per l’innovazione. Il sistema di controlli in Italia è realmente efficace? Perché è stato negato il dibattito pubblico e il confronto con la comunità locale? Verrà chiesto agli studenti universitari di aiutarci a trovare risposte convincenti“.