Riduzione di sprechi alimentari e rifiuti tessili: nuove norme Ue a sostegno dell’economia circolare

La Commissione Ambiente del Parlamento Ue ha adottato la sua posizione sulla proposta di revisione della Direttiva quadro sui rifiuti (72 i voti favorevoli, nessuno contrario e tre astensioni), che contiene nuovi obiettivi per prevenire e ridurre i rifiuti alimentari e tessili in tutta l’Unione al 2030. L'intero Parlamento Ue voterà la sua posizione durante la sessione plenaria di marzo 2024 e il dossier sarà poi seguito dalla nuova assemblea che uscirà dalle elezioni europee del 6-9 giugno

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Nuovi obiettivi per la riduzione degli sprechi alimentari e maggiore responsabilità dei produttori per i rifiuti tessili. Questo ciò che ha votato la Commissione Ambiente del Parlamento europeo, adottando la sua posizione sulla proposta di revisione della Direttiva quadro sui rifiuti. 72 i voti favorevoli, nessuno contrario e tre astensioni.

L’intero Parlamento Ue voterà la sua posizione durante la sessione plenaria di marzo 2024 e il dossier sarà poi seguito dalla nuova assemblea che uscirà dalle elezioni europee del 6-9 giugno.

Ogni anno nell’Unione vengono generati 60 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (131 kg a persona) e 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili (dati Ue). Solo l’abbigliamento e le calzature rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 kg di rifiuti pro capite ogni anno e si stima che meno dell’1% di tutti i prodotti tessili nel mondo vengano riciclati in nuovi prodotti.

Obiettivi più ambiziosi di riduzione degli sprechi alimentari

I deputatati chiedono di aumentare gli obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti, proposti dalla Commissione europea, ad almeno il 20% nella trasformazione e produzione alimentare (invece del 10%) e al 40% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi di ristorazione e nelle famiglie (invece del 30%), rispetto alla media annuale 2020-2022. I paesi dell’Ue dovrebbero garantire che questi obiettivi siano raggiunti a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030.

I deputati vogliono inoltre che l’esecutivo Ue valuti la possibilità e presenti proposte legislative adeguate per introdurre obiettivi più elevati per il 2035 (almeno 30% e 50% rispettivamente).

Responsabilità estesa del produttore per i prodotti tessili, abbigliamento e calzature

Le richieste su questo fronte invece sono quelle di istituire regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR), attraverso cui gli operatori economici che mettono i tessili disponibili sul mercato Ue coprirebbero i costi per la loro raccolta differenziata, cernita e riciclo. Gli Stati membri dovrebbero istituire questi regimi 18 mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva (rispetto ai 30 mesi proposti dalla Commissione). Parallelamente, i paesi dell’Ue dovrebbero garantire, entro il 1° gennaio 2025, la raccolta separata dei tessili per il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio.

Le norme riguarderebbero prodotti tessili come abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi e tappeti, compresi i prodotti che contengono materiali tessili come pelle, cuoio ricostituito, gomma o plastica.

La relatrice del provvedimento Anna Zalewska (ECR, PL) ha dichiarato: “Forniamo soluzioni mirate per ridurre gli sprechi alimentari, come promuovere frutta e verdura ‘brutte’, tenere d’occhio le pratiche di mercato sleali, chiarire la data di etichettatura e donare alimenti invenduti ma consumabili. Per i tessili invece colmiamo le lacune includendo anche i prodotti non casalinghi, tappeti e materassi, nonché la vendita tramite piattaforme online. Chiediamo inoltre migliori infrastrutture per aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, in modo che gli elementi che possono essere riciclati vengano estratti prima di essere inviati all’inceneritore o alla discarica“.