Oli esausti, Conoe: solo il 5% dei rifiuti domestici viene raccolto

Abbiamo intervistato Tommaso Campanile, presidente del Consorzio che si occupa di monitorare la filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti: nel 2025 il 100% (circa 130mila tonnellate) di oli vegetali esausti provenienti da attività professionali sarà recuperato. Anche la raccolta dei rifiuti domestici registra un aumento (+7%), ma le cifre sono ancora troppo basse: il recupero degli oli esausti proveniente dalle attività delle famiglie sarà di circa 16mila tonnellate, pari a circa il 5%

oli esausti

Abbiamo raggiunto Tommaso Campanile, presidente di Conoe, per fare il punto della situazione della filiera degli oli esausti a poco più di un mese dalla fine del 2025. “I risultati raggiunti all’interno delle aziende sono ottimi – spiega il presidente del Consorzio nazionale -, mentre le cifre relative alle famiglie sono ancora troppo basse”. La raccolta degli oli provenienti da attività professionali cresce ancora, raggiungendo il 100% del prodotto per una cifra che si aggira attorno alle 130mila tonnellate.

A far preoccupare rimane il recupero dell’olio esausto proveniente dalle attività domestiche: nonostante un miglioramento nella gestione casalinga, con un aumento della raccolta stimato al 7-8% rispetto al 2024, pari a circa 16mila tonnellate (massimo 18mila secondo i dati più ottimisti), i livelli restano ancora minimi: il rifiuto annuale del 2025 sarà di 200-250mila tonnellate, pari a circa il 5%. Questo significa che il 95% dei rifiuti viene ancora disperso nei lavandini, nei water o nell’ambiente.

Per aumentare la raccolta dell’olio esausto all’interno delle case dei cittadini, Conoe ha avviato nuovi progetti con diversi comuni per la raccolta diffusa. Le iniziative riguardano città come Torino e Genova, a cui si sono recentemente aggiunte Livorno e Roma (oltre 100 nuovi punti di conferimento in supermercati e aree private), iniziative che però daranno i propri frutti dal 2026. Nei prossimi mesi verranno attivati nuovi progetti anche in tutte le cittadine della zona della Val di Susa. “Stiamo avviando progetti innovativi per la raccolta degli oli sulle imbarcazioni da diporto e mercantili, come anche in montagna, nei rifugi alpini e appenninici”, continua Campanile.

I progetti avviati da Conoe seguono due binari. Da una parte, il Consorzio vuole potenziare la raccolta diffusa nel territorio per avvicinare il più possibile il punto di raccolta alle abitazioni: in questo modo, si facilita il compito dei cittadini, invogliandoli nella raccolta. Contemporaneamente, Conoe avvia campagne di sensibilizzazione che istruiscano amministrazioni comunali e cittadini sull’importanza della raccolta degli oli esausti.

Conoe ha recentemente avviato una partnership con l’università Bicocca di Milano, che prevede attività di formazione e tirocinio per studenti universitari, destinata a studi relativi al recupero dell’olio, ma soprattutto alla sua ridestinazione. “La necessità di raccogliere questo rifiuto – conclude Campanile – riguarda non soltanto la tutela dell’ambiente e della salute, ma anche l’economia: una volta raccolto, l’olio può essere rigenerato e impiegato in ambiti fondamentali per l’economia, in primis per la produzione di biocarburanti e biolubrificanti, che sostituiscono in quantità equivalente le importazioni di prodotti fossili”.

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