PNRR, critiche dell’Anci per l’eliminazione di 13 miliardi destinati ai Comuni

Antonio Decaro, presidente Anci: "Assurdo spostare fondi, in questi mesi abbiamo fatto un lavoro importante facendo 55mila gare, il 52% di tutte quelle del Paese. Ci sembra strano che si intervenga a scapito proprio dei Comuni che stanno facendo il loro dovere. Se ci devono essere tolte risorse per metterle nel RePower, comunque i Comuni devono essere presi in considerazione"

PNRR Anci

Il Pnrr subisce ulteriori cambiamenti. Dopo le modifiche apportate alla terza e quarta rata e i conseguenti ritardi nel finanziamento da Bruxelles, il governo accelera almeno nella rielaborazione dell’intero piano. Si sta delineando la proposta di modifica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza armonizzato con il RepowerUE sull’energia, approvata il 27 luglio dalla cabina di regia e che Fitto presenterà alle Camere, per essere ufficialmente inviata alla Commissione Europea entro la fine di agosto.

Il nuovo Pnrr del governo Meloni prevede tagli di tredici miliardi ai comuni, tuttavia viene promessa la possibilità di un loro rifinanziamento. Inoltre, vengono effettuati tagli per sei miliardi alle infrastrutture e alle “piccole opere”, con conseguente stop alla rigenerazione urbana e alla riduzione del rischio idrogeologico. Tra le eliminazioni dei fondi, figurano quelli destinati alle alluvioni, al welfare e all’Ilva.

D’altro canto, viene stanziata una somma di 4 miliardi per l’Ecobonus sociale, finalizzato all’efficientamento energetico delle abitazioni. Vengono anche rimodulati 787 milioni per l’alta velocità al Sud e alle imprese viene destinata una cifra di 6,2 miliardi per supportare la transizione verso una gestione più sostenibile e verde. In particolare, il progetto Repower Eu viene incluso in un capitolo del Recovery Plan.

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha subito criticato l’idea di spostare i fondi del Pnrr destinati ai Comuni al progetto RePower, definendola “assurda”, soprattutto considerando che l’81% dei fondi del Pnrr gestito dai ministeri è ancora senza una chiara destinazione. L’Anci desidera mantenere il proprio 19% dei fondi, soprattutto perché hanno già avviato progetti e spese con queste risorse. Il lavoro svolto fino ad ora dai Comuni è stato notevole, avendo gestito il 52% di tutte le gare del Paese, mentre molte strutture ministeriali sembrano ancora essere ferme. Decaro ritiene strano che si voglia intervenire a scapito proprio dei Comuni, che stanno facendo il loro dovere con impegno.

“Avevamo onestamente concordato col governo – afferma il presidente Anci – che, nel caso in cui ci fossero state opere che non superavano gli scogli in sede comunitaria, com’è accaduto con gli stadi di Venezia e Firenze, sarebbero state finanziate con altri fondi. Ma nessuno si sarebbe aspettato che i fondi a tre programmi interi”, spiega, “venissero spostati su RePowerEu. Su 16 miliardi di ricollocazioni annunciate, 13 erano dei Comuni”.

Secondo Decaro è necessario comprendere quali opere potrebbero essere potenzialmente incompatibili con il Pnrr. Se risultassero effettivamente incompatibili, è fondamentale trovare alternative per finanziarle. Decaro sottolinea che i sindaci hanno obblighi vincolanti e impegni presi sia con i cittadini che con le imprese, e hanno già avviato progetti di spesa con le risorse del Pnrr.

“Per quanto riguarda il progetto RePowerEu – prosegue il presidente Anci – i Comuni avevano richiesto che venisse finanziato l’efficientamento energetico attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici e la sostituzione delle lampadine con tecnologia LED. Questi interventi possono essere facilmente realizzati con tempi immediati. Se, tuttavia, è necessario sottrarre risorse ai Comuni per destinare finanziamenti al RePower, è essenziale che i Comuni vengano comunque considerati e coinvolti nelle decisioni riguardanti l’assegnazione delle risorse”.

Infine, sugli interventi per il rischio idrogeologico Decaro ricorda: “Sono risorse che pure ricadono sulle comunità ma erano gestite dal ministero dell’Ambiente. Nel Pnrr sono previsti alcuni interventi ma per la messa a norma contro il rischio esistono altri fondi europei che ancora attendono di essere spesi”.