Regolamento imballaggi, l’Ue risponde punto per punto alle critiche italiane

È arrivata la risposta ufficiale della Commissione europea alla Camera dei Deputati italiana, che aveva inviato a Bruxelles un parere negativo sulla proposta del nuovo Regolamento imballaggi comunitario. In un documento che Eco dalle Città ha potuto visionare, la Commissione risponde punto per punto alle critiche mosse dall’Italia, tra cui ad esempio quella che sia meglio una direttiva piuttosto che un regolamento uguale per tutti, per avere più flessibilità: "La Commissione ritiene che la richiesta di maggiore flessibilità per gli Stati membri può essere affrontata prevedendo nelle disposizioni di legge i limiti di questo intervento"

Regolamento imballaggi Ue

È arrivata la risposta ufficiale della Commissione europea alla Camera dei Deputati italiana, che a fine giugno aveva inviato a Bruxelles un parere negativo sulla proposta del nuovo Regolamento imballaggi comunitario. In un documento che Eco dalle Città ha potuto visionare e che di seguito proponiamo tradotto in italiano, la Commissione risponde punto per punto alle critiche mosse dall’Italia, tra cui ad esempio quella che sia meglio una direttiva piuttosto che un regolamento uguale per tutti, per avere più “flessibilità”.

Ecco il testo di Bruxelles, firmato dalla commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, che si rivolge al presidente della Camera, Lorenzo Fontana:

Caro Presidente,
la Commissione desidera ringraziare la Camera dei Deputati per il suo parere motivato sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio, che modifica il Regolamento (UE) 2019/1020 e la Direttiva (UE) 2019/904, e che abroga la direttiva 94/62/CE {COM(2022) 677 final}.

La Commissione ha analizzato attentamente il parere e accoglie con favore l’opportunità di fornire alcuni chiarimenti in merito alla propria proposta.

La proposta si sforza di rimanere materialmente e tecnologicamente neutrale e non intende sostituire le soluzioni tecnologiche esistenti con altre. Tuttavia, considerato il passato e prevista la crescita continua dei rifiuti di imballaggio nell’UE, sono necessarie misure per affrontare questo problema, andando oltre il riciclaggio. Anche attuando le misure proposte per ridurre i rifiuti di imballaggio, che si prevede aumenteranno del 19% entro il 2030.

Le infrastrutture disponibili, anche in Italia, non saranno sufficienti a trattare tutti i rifiuti di imballaggio. Inoltre, la proposta di regolamento mira a migliorare e sostenere ulteriormente il riciclaggio, e a tal fine affronta gli ostacoli alla circolarità del packaging, come le caratteristiche di progettazione che inibiscono il riciclaggio. Si prevede così un aumento dei rifiuti di imballaggio disponibili da riciclare, tale per cui il ritorno sugli investimenti effettuati nell’imballaggio e nelle infrastrutture per la gestione dei rifiuti saranno pienamente garantite.

Per quanto riguarda la possibilità di mantenere la forma giuridica di una direttiva, che darebbe più flessibilità agli Stati membri, la Commissione sostiene che la modifica dello strumento legale, con obblighi applicabili allo stesso modo e direttamente a tutti gli operatori economici, è necessario per raggiungere gli obiettivi della presente proposta: preservare il mercato interno degli imballaggi, garantendo al contempo imballaggi più sostenibili. La Commissione ritiene che la richiesta di maggiore flessibilità per gli Stati membri può essere affrontata prevedendo nelle disposizioni di legge i limiti di questo intervento. La Commissione ha già incluso una formulazione specifica a tal fine in diversi articoli della sua proposta, ma resta aperta ad ulteriori miglioramenti.

La Commissione desidera inoltre rassicurare la Camera dei Deputati in merito alle preoccupazioni circa l’impatto di questa proposta sulla sicurezza alimentare e sugli sprechi alimentari. Questi problemi sono stati considerati nella relativa valutazione d’impatto e le misure proposte individuano un attento compromesso tra i diversi interessi. La Commissione rileva che l’uso dell’imballaggio generalmente non aumenti la durata di conservazione dei prodotti e ha un ruolo minore nella prevenzione dei rifiuti alimentari, ad eccezione degli oggetti fragili. Per questo motivo, le restrizioni proposte sugli imballaggi monouso per frutta e verdura fresca non si applicano a prodotti così delicati.

Inoltre, è stata avvertita la necessità di tempi adeguati per l’adeguamento del comportamento dei consumatori. Ad esempio, gli obiettivi proposti sul riutilizzo in settori specifici, che si propone di applicare a partire dal 2030, partirebbero da un livello molto basso.

Per quanto riguarda la preoccupazione che vengano definiti alcuni requisiti legati alla riciclabilità mediante atti delegati prossimi a date in cui gli obblighi dovranno essere rispettati, la Commissione desidera chiarire che tali requisiti si baseranno sulla progettazione esistente per i criteri di riciclaggio che sono stati o sono in fase di sviluppo da parte dell’industria.

La Commissione ritiene che un approccio rigoroso alla riciclabilità sia necessario per garantire un’economia realmente circolare dell’imballaggio.

La Commissione prende atto della posizione della Camera dei Deputati secondo cui gli impatti delle misure e degli obiettivi proposti in materia di riutilizzo non siano stati adeguatamente valutati. La metodologia applicata nella valutazione d’impatto che accompagna la proposta si basa sui principi di impronta ambientale. Il modello ha calcolato le variazioni dei flussi di massa risultanti dall’attuazione delle misure proposte. Sono state modellate misure concrete sul riutilizzo. I risultati del modello di flusso di massa sono stati utilizzati per calcolare gli aspetti finanziari, ambientali e gli impatti sociali. Nonostante alcune recenti analisi del ciclo di vita commissionate dall’industria mettano in discussione in particolare gli obiettivi di riutilizzo e i divieti sugli imballaggi monouso, molti altri studi indipendenti disponibili supportano queste misure.

La Commissione non ritiene che le misure proposte che armonizzano certi requisiti relativi alla responsabilità estesa del produttore, aumenterebbero l’onere a carico delle imprese. I risultati dell’ampia consultazione delle parti interessate condotta dalla Commissione, che ha sostenuto la valutazione d’impatto, ha dimostrato che la grande maggioranza della catena di valore degli imballaggi Ue sostiene l’armonizzazione dei requisiti di responsabilità estesa del produttore, che
ridurrà gli oneri amministrativi e i relativi costi e garantirà chiarezza in merito alla tabella di marcia per gli investimenti sostenibili.

Infine, per quanto riguarda i sistemi di deposito e restituzione, questo rappresenta una delle principali misure abilitanti per raggiungere gli obiettivi della proposta. Attualmente, una grande percentuale di bottiglie di plastica e lattine di metallo finiscono incenerite, gettate in discarica o addirittura abbandonate. Questi sono materiali di rifiuti da imballaggio di alto valore, che possono essere riutilizzati negli imballaggi se i sistemi di raccolta garantiscono la loro sufficiente purezza. La flessibilità viene introdotta per garantire la possibilità di rinunciare a tale regola agli Stati membri che ottengono un tasso elevato di raccolta di tali articoli in altri modi.

Il parere della Camera dei Deputati è stato messo a disposizione della Commissione rappresentanti nei negoziati in corso tra i colegislatori e il Parlamento europeo e il Consiglio informerà tali discussioni. La Commissione spera che i chiarimenti forniti nella presente risposta risolvano la domanda sollevato dalla Camera dei Deputati e auspica di proseguire il dialogo politico in seno alla Camera in futuro.

Cordiali saluti,

Stella KYRIAKIDES
membro della Commissione