Via libera definitivo dall’Ue alla direttiva ‘Case Green’, l’Italia ha votato contro

Il Consiglio Ue ha detto sì alla nuova direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, nota come Epbd o “Case Green”, che era stata approvata dal Parlamento europeo lo scorso 12 marzo. Nella mattina di venerdì 12 aprile i ministri europei al Consiglio Ue Ecofin hanno confermato l'accordo raggiunto con l'Eurocamera per rendere il parco immobiliare dell'Ue a emissioni zero entro il 2050. Italia e Ungheria hanno votato contro l'intesa, mentre Repubblica ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute

Via libera definitivo dal Consiglio Ue alla nuova direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, nota come Epbd o “Case Green”, che era stata approvata dal Parlamento europeo lo scorso 12 marzo. Nella mattina di venerdì 12 aprile, i ministri europei al Consiglio Ue Ecofin hanno confermato l’accordo raggiunto con l’Eurocamera per rendere il parco immobiliare dell’Ue a emissioni zero entro il 2050.

Italia e Ungheria hanno votato contro l’intesa, mentre Repubblica ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute. La direttiva è stata quindi approvata a maggioranza qualificata. 

La norma sarà ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore venti giorni dopo. I ventisette avranno poi due anni di tempo per adeguarsi e nel frattempo dovranno tutti presentare un piano nazionale di ristrutturazione all’Unione europea, ovvero una tabella di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi.

Da stime della Commissione Ue, gli oltre 100 milioni di edifici europei oggi consumano un terzo dell’energia del blocco e rappresentano un terzo delle emissioni di CO2. A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero, mentre per gli edifici pubblici lo standard si applicherà dal 2028. Abbandonata l’idea di classi energetiche armonizzate, l’Unione europea ha deciso che almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Per garantire flessibilità ai governi, le misure di ristrutturazione adottate dal 2020 saranno conteggiate ai fini dell’obiettivo e gli Stati potranno scegliere di applicare esenzioni per gli edifici storici, per gli edifici agricoli, per scopi militari e per quelli utilizzati solo temporaneamente.  

La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annuali per la ristrutturazione degli edifici. 

Per quanto riguarda invece l’obbligo di installare i pannelli solari, questo riguarderà solo i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Gli Stati avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle vecchie caldaie a combustibili fossili, mentre dal 2025 dovranno porre fine a tutti i sussidi per le caldaie autonome.