Legambiente e Libera hanno lanciato un Manifesto contro ecoreati ed ecomafie

Nella due giorni organizzata da Legambiente e Libera per il decennale della legge 68 del 2015 che ha introdotto i "Delitti contro l’ambiente" nel Codice penale, è stato presentato il Manifesto con le proposte delle due associazioni al Parlamento per rafforzare gli impegni contro ecoreati ed ecomafie. Nel documento le associazioni avanzano cinque proposte e cinque impegni, eccoli

Nella due giorni organizzata da Legambiente e Libera per il decennale della legge 68 del 2015 che ha introdotto i “Delitti contro l’ambiente” nel Codice penale, è stato presentato il Manifesto con le proposte delle due associazioni al Parlamento per rafforzare gli impegni contro ecoreati ed ecomafie.

I dati raccolti sui primi dieci anni di applicazione della norma descrivono una situazione sempre molto grave: quasi 7mila reati accertati dalle forze dell’ordine e dalla Capitanerie di porto (uno ogni tre controlli), oltre 12mila persone denunciate, centinaia di arresti, quasi duemila sequestri effettuati per un valore di oltre un miliardo di euro.

Nel Manifesto Legambiente e Libera avanzano cinque proposte:

1 – recepire quanto prima in tutti i Paesi dell’Unione europea la direttiva del 2024 per la tutela penale dell’ambiente, integrando il nostro Codice  penale con i nuovi delitti e definendo una strategia nazionale di lotta all’ecocriminalità;
2 – definire, nell’ambito della Convenzione internazionale sulla criminalità organizzata, un quadro di impegni condivisi per il contrasto dei crimini transnazionali contro l’ambiente;
3 – inserire nel nostro Codice penale i delitti contro il patrimonio agroalimentare e quelli contro gli animali;
4 – rafforzare la lotta all’abusivismo edilizio, con risorse adeguate per Comuni, Prefetture, autorità giudiziaria e norme più efficaci;
5 – accelerare la bonifica dei Siti d’interesse nazionale gravemente inquinati, insieme allo sviluppo di progetti di riconversione ecologica.

Le associazioni inoltre si assumono cinque impegni:

1 – sostenere le comunità locali nelle vertenze contro l’aggressione ecocriminale ai territori in cui vivono, anche attraverso azioni di carattere giudiziario;
2 – sviluppare campagne nazionali, come “Ecogiustizia subito” e “Fame di verità e giustizia”, per sollecitare risposte istituzionali sulla giustizia ambientale e sociale;
3 – organizzare attività di monitoraggio civico, come quelle sviluppate in occasione  delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, per ottenere trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche in materia ambientale;
4 – promuovere iniziative rivolte alle scuole e alle Università per diffondere ancora di più tra le giovani generazioni la conoscenza dell’ecomafia, delle cause e delle risposte necessarie;
5 – monitorare il rispetto, a livello europeo e internazionale, di tutti gli impegni adottati per contro l’ecocriminalità transnazionale.

Articolo precedenteDecreto CER e Fondi PNRR, Coordinamento FREE: “Bene le aperture, ma la logica resta sbagliata”
Articolo successivoLazio, nasce INFEAS: coordinamento regionale sull’educazione ambientale