Discarica Magliano Romano: lettera aperta a presidente e assessori della Regione Lazio

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell'Associazione Ecologica Monti Sabatini - No Discarica Magliano Romano "Questo territorio reclama a gran voce che gli organi politici regionali chiariscano una volta per tutte se una discarica di inerti, posta a meno di 800 metri da un nucleo abitato e dalle scuole, possa o meno essere tramutata in una discarica di rifiuti non pericolosi derogando ad ogni criterio di localizzazione: noi pensiamo di no!"

Discarica Magliano Romano

Egregio Presidente Francesco Rocca, Egregio Assessore Fabrizio Ghera, Egregia Assessore Elena Palazzo, Egregio Assessore Giancarlo Righini,

in politica, ci insegnate, vige una regola non scritta, quella per quale è necessario aspettare 100 giorni per dare la possibilità ai neo-insediati di affrontare i primi temi e per dare una direzione al proprio agire politico.

Pochi giorni fa avete tenuto una conferenza stampa in cui avete indicato le linee d’azione che intendete seguire nel governo della nostra Regione, ma non abbiamo trovato riferimenti alla questione Discarica di Magliano Romano. Purtuttavia, negli stessi giorni il Presidente Rocca ha fatto visita ai nostri territori venendo a Campagnano a parlare dell’Autodromo di Vallelunga, elemento indicato come uno dei cardini di sviluppo del territorio a nord di Roma; in quel conteso ha anche affermato “tutta l’area ha grandi potenzialità di sviluppo: la chiave deve essere quella di proiettarci nel futuro, tutelando l’ambiente, ossia attrarre investimenti senza deturpare la bellezza naturale e paesaggistica” e ciò non può che trovare il nostro beneplacito, a condizione, però, che venga tradotto in azioni concrete.

Azioni concrete che, per la verità, abbiamo avuto modo di suggerire de visu all’Assessore Ghera nel corso di un evento che si è tenuto lo scorso maggio a Morlupo: in quella sede abbiamo sostenuto la necessità che l’Assessore, il suo staff, e la maggioranza chiariscano una volta per tutte come devono essere interpretate le modifiche al Piano Rifiuti della Regione Lazio del 2020 introdotte con gli emendamenti di aula n° 114, 195, 426 e 615, alla proposta di delibera di Consiglio Regionale di approvazione del Piano di gestione dei rifiuti del Lazio, presentati anche da consiglieri che oggi siedono nei banchi della maggioranza.

E sono queste modifiche al Piano Rifiuti (PR) ad aver consentito di portare a conclusione l’iter autorizzativo di un progetto presentato nel 2014 che è stato tenuto in stand-by per anni fino a quando le citate modifiche non sono divenute operative. Sia chiaro, che non si tratta di una interpretazione di chi scrive, bensì di quanto messo nero su bianco dal proponente e fatto proprio dagli uffici regionali. Grazie all’interpretazione data dagli uffici all’emendamento in questione, i criteri di localizzazione, inclusi i fattori escludenti di tutela integrale previsti dal piano rifiuti, non si applicano nel caso della discarica di Magliano Romano.

Quella della discarica di Magliano Romano è una questione, quindi, che si trascina da 10 anni e riguarda l’ipotesi di riclassificazione da discarica di inerti a discarica di rifiuti non pericolosi: da quando tutto ciò ha avuto inizio abbiamo messo in campo centinaia di iniziative per evitare che un luogo incontaminato che si trova in un contesto paesaggistico ed ambientale di valore assoluto, anche perché in prossimità di Parchi Naturali Regionali, possa essere definitivamente compromesso. Ma in maniera ancora più forte ci siamo battuti, non spinti dalla sindrome Nimby, affinché fosse garantito il diritto a vivere in un ambiente salubre e venissero rispettati e non derogati quei criteri di localizzazione posti a tutela della salute pubblica che la norma prevede.

Non è la prima volta che per la discarica di Magliano Romano siamo costretti a ricorrere al parere del Tribunale Amministrativo che nei 10 ricorsi presentati dal 2014 ad oggi, a seguito sempre di atti autorizzativi regionali, ci ha sempre dato ragione.

In questi anni non sono mancate le nostre contestazioni agli organi politici che vi hanno preceduto, sia insieme al Coordinamento Regionale di cui facciamo parte, sia insieme ad altre realtà combattive del territorio quando esponenti politici hanno tentato di farsi propaganda politica nei nostri comuni.

Questo territorio reclama a gran voce che gli organi politici regionali chiariscano una volta per tutte, senza lasciare la decisione e l’interpretazione all’arbitrio degli uffici regionali, se una discarica di inerti, posta a meno di 800 metri da un nucleo abitato e dalle scuole, possa o meno essere tramutata in una discarica di rifiuti non pericolosi derogando ad ogni criterio di localizzazione: noi pensiamo di no!